
Il Monza perde contro la Juventus, segnando la quinta sconfitta consecutiva e avvicinandosi alla retrocessione.
Ormai si aspetta solo la fine di una stagione passata nel segno dell’agonia. Contro la Juventus il Monza incappa nella quinta sconfitta consecutiva, nonché nella ventitreesima in campionato. I brianzoli, falcidiati anche dalle troppe assenze, cadono prevedibilmente a Torino e attendono rassegnati la matematica retrocessione. Del carattere mostrato con il Napoli non c’è traccia e i biancorossi non si rendono mai pericolosi davanti a Di Gregorio. La difesa balla, il centrocampo filtra poco e male e l’attacco è invisibile.
Oggettivamente, però, non è semplice pretendere di più da una squadra che ormai ha il destino segnato. Già nel primo tempo l’approccio propositivo visto contro i partenopei non trova seguito. A parte un contropiede mal gestito da Birindelli al 7’, il Monza non riesce quasi mai a farsi vedere realmente nella metà campo avversaria. E i meriti sono anche della Juventus che pressa alto e a uomo fin da subito: in mezzo Thuram è incontenibile per Bianco e compagni. E a ciò si uniscono la velocità di esecuzione e la qualità tecnica dell’attacco bianconero, altri due fattori a cui i brianzoli non riescono ad opporsi. Il gol con cui Nico Gonzalez sblocca la gara all’11’ è una piccola perla, tuttavia sia Caprari che soprattutto Akpa Akpro appaiono troppo morbidi nella marcatura. La tanto sottolineata “mancanza di cattiveria“ si nota per tutti i primi 45’ e si palesa nella sua totalità in occasione del raddoppio della Juventus. Al 34’ Pedro Pereira perde un pallone semplice innescando la dirompente ripartenza di Thuram. Il francese serve il connazionale Kolo Muani che va in rete, agevolato dalla caduta goffa di Bianco.
L’espulsione, per fallo di reazione su Bianco, di Yildiz a fine primo tempo cambia solo in parte il canovaccio della gara. Nella ripresa il Monza, con l’uomo in più, ha la possibilità di fare più possesso. I lombardi provano a muoversi da una fascia all’altra, tuttavia non creano grossi pericoli salvo un paio di colpi di testa troppo centrali di Birindelli e Caprari. E Nesta non può contare nemmeno sulla panchina: tra i subentrati solo Forson dà un po’ di brio sulla fascia destra. L’inglese, classe 2004, è l’unica nota positiva tra le fila biancorosse e forse meriterebbe più spazio nell’ormai compromesso finale di stagione. "Non mi sono piaciute alcune parti del primo tempo, siamo stati troppo bassi e ci entravano dentro. Poi siamo andati in difficoltà mentale, nel secondo tempo abbiamo reagito ma alla fine abbiamo creato poco. Siamo una squadra che a gennaio ha venduto e abbiamo poi sette infortunati, qualsiasi squadra andrebbe in difficoltà", è l’amara analisi post-gara di Nesta.
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