GIULIO MOLA
Sport

Monza verso la Serie B: l'agonia continua con la sconfitta contro il Como

Il Monza subisce la ventesima sconfitta stagionale contro il Como, avvicinandosi sempre più alla retrocessione in Serie B.

Adriano Galliani, 80 anni: il suo Monza da sogno è diventato un incubo

Adriano Galliani, 80 anni: il suo Monza da sogno è diventato un incubo

Viaggio verso l’inferno, con biglietto di sola andata. L’agonia del Monza continua, nessuno avrebbe immaginato che la discesa verso la serie B sarebbe stata così dolorosa. Sabato all’U-Power Stadium contro il Como è arrivata l’ennesima sconfitta dopo l’illusione per il vantaggio iniziale di Dany Mota che aveva ridato coraggio ai biancorossi. E invece no. In pochi minuti le poche certezze si sono sbriciolate ed è arrivato il ventesimo ko stagionale, con l’ultimo posto in classifica da cui la squadra non riesce più a schiodarsi. I dati sono impietosi: appena 15 punti in 31 giornate di campionato, con la sconfortante media di 0,5 punti a giornata. La distanza da quel quartultimo posto (occupato dal Lecce) e dal miraggio salvezza è lontano 11 lunghezze. Impensabile un miracolo sportivo a sette giornate dalla fine, anche perché sabato prossimo i brianzoli saranno in casa della Juventus.

Eppure Alessandro Nesta, che da buon capitano non abbandona la nave e coraggiosamente va avanti ("Le dimissioni non le darò mai perché non mollo mai, affondiamo e io affondo con loro"), era tornato in panchina fiducioso e carico di speranze, dopo essere stato richiamato al posto di Bocchetti. La buona volontà non è bastata, appena 2 punti nelle ultime 7 gare, una miseria. E poi ben 55 reti subìte (la difesa più perforata del campionato) e 25 reti realizzate (terzo peggior attacco della serie A). Basterebbero questi freddi numeri per certificare il fallimento di una stagione nata male e finita peggio, ma in realtà l’ultima sconfitta casalinga contro il Como ha consegnato altri spunti di riflessione che vanno ben al di là del risultato.

La fragorosa contestazione dei tifosi, prima di tutto: nonostante le scuse dell’allenatore e dei calciatori andati a testa bassa sotto la curva a fine match. Fischi e parole durissime nei confronti della squadra, cori (tanti) ironici e beffardi nei confronti di Adriano Galliani. Il quale, a partita in corso, deluso dall’atteggiamento di chi era in campo ma anche di chi continuava a cantare “Portaci portaci portaci in Europa, oh Galliani portaci in Europa”, ha deciso di abbandonare il suo posto in tribuna. Si era solo alla fine del primo tempo, in pochi si sarebbero aspettati quel gesto molto forte, innescato dall’orgoglio e dal dispiacere. Ma pure un segnale di resa. Quando hai già superato le 80 primavere e dopo una vita piena di successi, non deve essere facile sentire offese e assistere a certi spettacoli. E sarebbe altresì ingiusto addossare ogni colpa a Galliani, costretto ormai da mesi ad arrangiarsi sul mercato con quel che passa il convento (cessioni per aggiustare i bilanci e prestiti per allestire la “rosa“) mentre è evidente il disimpegno della Proprietà in attesa di aprire le porte ad un nuovo socio di maggioranza.

E adesso cosa succede? Manca solo l’aritmetica a condannare il Monza, ma il destino è già scritto. La squadra non reagisce più, la sensazione è che più di uno abbia già staccato la spina. Vero che il “ paracadute“ per la retrocessione fornirà introiti fra i 20 e i 25 milioni utili per ripartire e provare a riprendersi subito la massima categoria, però oggi nulla è scontato. Certo, il totoallenatore è già partito (Andrea Pirlo e Alberto Gilardino due possibili candidati per la stagione che verrà) ma novità societarie sono attese già prima dell’estate. Evangelos Marinakis e Mario Gabelli (Gamco Investors), erano due dei nomi indicati per raccogliere l’eredità del Gruppo Fininvest, ma al momento tutto tace. E ricostruire il Monza ripartendo dalle macerie di una stagione maledetta non sarà affatto semplice.

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