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Simoncelli, Kato, Salom, Pasolini: i campioni morti in 70 anni di Motomondiale

Dagli anni più coraggiosi e pericolosi alle gare dell'era moderna: il rischio zero non esiste

Marco Simoncelli e Luis Salom

Il Sic. Luis Salom. Tomizawa. Daijiro Kato. E così indietro fino al 9 giugno del 1949, proprio nella prima gara valida per il Motomondiale appena nato quando a perdere la vita fu Ben Drinkwater. Una drammatica lista di lutti che hanno segnato la vita dei piloti: 108 in questi oltre 70 anni di Motomondiale. “E' stato fatto tanto per la sicurezza, ma il rischio zero non esiste. E quando capita una tragedia, ci pensi. Non c'è esperienza che tenga. Quella ti può aiutare ad andare avanti”. Il 15 volte campione del mondo Giacomo Agostini correva negli anni più coraggiosi e pericolosi.

Come quel maledetto 20 maggio 1973 all'autodromo di Monza. Gran premio d'Italia, classe 250, il campione del mondo Jarno Saarinen e Renzo Pasolini stanno lottando per la vittoria. Ma alla curva grande il grippaggio della Aermacchi del 'Paso' innesca una spaventosa carambola in cui rimangono coinvolti 14 piloti. Per Pasolini e Saarinen non c'è nulla da fare. Vent'anni dopo, Gp di Spagna a Jerez listato a lutto: l'1 maggio del 1993 il pilota della Suzuki Noboyuki Wakai mentre percorre la corsia box a 150 chilometri orari si trova davanti all'improvviso un tifoso forlivese che non sarebbe mai dovuto essere lì. Il giapponese prova a evitarlo, ma va a sbattere la testa contro un muretto.

Dieci anni dopo la morte di Daijiro Kato nella 'sua' Suzuka. Il 6 aprile 2003 finì a oltre 200 km/h contro un muro di protezione della pista, morendo in ospedale dopo 19 giorni di agonia. Il 5 settembre 2010 al Gp della Repubblica di San Marino a Misano perde la vita il pilota della Moto2 Shoya Tomizawa: una scivolata come tante, ma il gruppone che lo seguiva a ruota non riuscì a evitarlo.

Il 23 novembre 2011 il dramma che sconvolge la MotoGp. E l'Italia intera. Durante il secondo giro del Gran premio di Malesia sul circuito di Sepang, Marco Simoncelli scivola, resta aggrappato alla sua Honda e viene inevitabilmente investito da Colin Edwards e Valentino Rossi. Il Sic resta a terra privo di sensi. Il casco volato via. Alle 16.56 ora malese, le 10.56 in Italia, il doloroso annuncio della Dorna del decesso di SuperSic. Il pericolo è rimasto in agguato quattro anni e mezzo. Poi è ripiombato nel paddock. Con un assurdo incidente costato la vita a Luis Salom. Durante le prove libere il maiorchino finisce contro le barriere a tutta velocità. Inutile ogni tentativo di salvarlo. Come hanno lottato fino all'ultimo i medici dell'ospedale Careggi di Firenze per strappare Jason Dupasquier a un destino crudele. Con cui i piloti devono fare i conti ogni volta che abbassano la visiera del casco e aprono il gas. Ma, la filosofia di Valentino Rossi, “in questi casi o chiudi tutto e torni a casa o ti concentri per onorare al meglio il tuo mestiere. Anche se non è facile”.