
Paola Egonu all’attacco contro il muro di Gabi durante gara-3 contro Conegliano
Lo scudetto rimane stregato per la Numia Vero Volley Milano e, più in generale, per il capoluogo lombardo. Mai il tricolore nella storia è arrivato all’ombra della Madonnina e neanche l’acquisto di Paola Egonu è (finora) servito a spezzare questa maledizione. Le ultime speranze di titolo, almeno per quest’anno, sono svanite martedì sera al PalaVerde di Villorba (Treviso) quando la Prosecco Doc Imoco Conegliano campione di tutto le ha spazzate via con una prova di forza disarmante. Coach Stefano Lavarini le ha provate tutte, lasciando addirittura in panchina per scelta tecnica Myriam Sylla, ma la ricezione ha comunque sofferto con Helena Cazaute e in attacco gli errori sono stati ancora troppi.
Certo, la volontà era proprio quella di forzare, non avendo più nulla da perdere, ma dall’altra parte della rete si è vista una squadra di un altro livello. Fino alla semifinale stravinta con la Savino del Bene Scandicci, Milano aveva lasciato intendere di essere cresciuta e di potersi giocare le sue carte, ma dopo una buona prima gara, equilibrata per almeno due set, all’Unipol Forum di Assago sabato scorso è crollato quasi tutto. Sono riemersi i vecchi problemi tecnico-tattici già costati caro negli ultimi due anni. Due anni in cui Milano ha perso tutti e quindici gli scontri diretti. Due anni in cui sono sfumate altrettante Coppe Italia e Supercoppe, oltre al Mondiale per club e alla scorsa finale di Champions League. Tra dieci giorni a Istanbul (3-4 maggio) ci sarà una Final Four in cui, tanto per cambiare, la formazione del Consorzio dovrà fronteggiare le campionesse d’Italia, d’Europa e del Mondo nella riedizione di questa finale scudetto durata meno del previsto. L’obiettivo o almeno la speranza era quella di sbloccarsi e allungare la serie fino a gara-4, che si sarebbe disputata di nuovo in un Unipol Forum di Assago che ha sempre risposto col tutto esaurito nelle tre precedenti occasioni, coincise con altrettante vittorie delle pantere.
In poco più di una settimana è impossibile pensare che vengano trovate quelle armi finora rimaste scariche, ma essendo una gara secca in campo neutro tutto comunque può succedere, anche se in Turchia servirebbe più che altro una giornata storta delle ragazze allenate da Daniele Santarelli. Lo scorso anno, ad Antalya, Conegliano faticò più del previsto ma alla fine si impose comunque al tie-break. Milano, però, allora era stata clamorosamente eliminata dalla Savino del Bene Scandicci in semifinale e arrivò a quell’appuntamento dopo un mese senza partite. Stavolta la situazione sarà diversa, anche se sarà ancora ben nitido nella mente di tutti quanto successo nelle ultime tre uscite.
Lo sa bene anche coach Stefano Lavarini che dopo aver detto addio allo scudetto si è inchinato davanti alle quasi imbattibili rivali: "Avremmo voluto combattere ancora di più di quello che si è visto, ma non mi lamento dello spirito con cui siamo entrati in campo - afferma -. Nel corso della serie siamo stati più timorosi di quello che avremmo dovuto e su questo aspetto dobbiamo crescere in vista delle prossime settimane; ci attende ancora la Champions League, una competizione tutta da vivere. Avremo modo di fare tutte le analisi tecniche e tattiche del caso, ma l’avversario si è dimostrato superiore e ha meritato ampiamente la vittoria. Non si può che fare i complimenti, imparare e migliorare. Tra pochissimo ci ripresenteremo a Istanbul per cercare di invertire il pronostico, in una gara secca che è simile a gara-3 ma con un altro significato".
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