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Provvidenza Dany Mota. Entra e agguanta la Roma. Ma Nesta rimanda ancora la prima vittoria in Serie A

Giallorossi a segno con Dobvyk e raggiunti nel finale. Juric reclama anche un rigore

Giallorossi a segno con Dobvyk e raggiunti nel finale. Juric reclama anche un rigore

Giallorossi a segno con Dobvyk e raggiunti nel finale. Juric reclama anche un rigore

di Michael Cuomo

MONZA

Settima giornata, due anni fa, voleva dire Monza-Juventus 1-0, quindi l’inizio di una storia in Serie A. Settima giornata ieri voleva dire Roma, e bisognava dare un segnale in questa prima fase di campionato scandita da un calendario pieno di ostacoli alti così. Roma e Juric, per esempio, sono ancora tra quelli mai riusciti a superare. Ieri a metà, con un pari che sa di vittoria per il Monza e meno positivo per gli ospiti respinti dagli ultras con due petardi lanciati in campo. Sandro Nesta alla vigilia perde anche i suoi guantoni più affidabili: una contusione a un dito mette fuori causa all’ultimo Turati, che prova senza successo a stringere i denti. In campo c’è Pizzignacco in un undici che vede la conferma dell’idea di Napoli: Pessina è avanzato, in mezzo ci sono Bondo e Bianco a fare a spallate con i due della Roma, Cristante e Konè.

Sono le prime temperature pungenti della Brianza, ma il clima si scalda in campo già al quarto d’ora: Konè si fa spazio tra le maglie rosse e va col mancino dal limite colpendo il palo, Dovbyk è più fortunato nella respinta facendo traversa-gol ma la chiamata del primo assistente Scatragli è ineccepibile. Gol annullato per fuorigioco. In tribuna, al fianco di Adriano Galliani, c’è Paolo Maldini con la moglie Adriana: è l’immagine perfetta per esaltarsi in campo per Daniel, poi diretto a Coverciano. Il primo sussulto di casa è proprio del figlio d’arte, dopo il pericolo scampato dello svantaggio: il mancino volante su sponda di Pessina trova, però, un riflesso provvidenziale di Svilar. Proprio mentre dal settore ospiti - pieno e rumoroso - i tifosi giallorossi srotolavano un lenzuolo che faceva così: "Società fantasma... ‘Na squadra de zombie". Non in quei 10 minuti, perché Pellegrini fa venire i brividi a Pizzignacco due volte, poi Konè ci riprova ma trova una deviazione decisiva per non centrare la porta. Nel settore opposto l’urlo di gioia, però, è di nuovo rimandato perché Pessina, davanti a Svilar, si dimentica di calciare.

Il muro biancorosso regge un tempo, cede alla continua pressione romanista: Pellegrini calcia addosso a Pizzignacco dal limite, Dovbyk apre troppo il piattone ma lo stesso 11 giallorosso non perdona poco dopo prendendo tempo e spazio a Izzo e andando a chiudere l’assolo in diagonale. La risposta di Nesta è immediata: fuori Bianco, un centrocampista, dentro Dany Mota per non spegnere la fiammella della speranza. La scelta paga in 9’. Carboni si alza e la mette in mezzo, sul secondo palo sbuca il portoghese ad appoggiare in rete il pari. "Mi era già successo con l’Inter di entrare e segnare - dice - Ora però vogliamo iniziare a vincere". L’1-1 diventa definitivo perché per la mira di Koné non è giornata, e perché Kyriakopoulos su Baldanzi non è rigore: c’è lo "step on foot", ma il greco guarda la palla in volo. La classifica, quindi, dice 4 punti, proprio come due anni fa a questo punto. La storia, così, si può ancora tutta scrivere.

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