di Giulio MOla
"Troppi infortuni al crociato oggi? Si gioca troppo e ci si allena meno rispetto a una volta. Quindici anni fa presentai il progetto delle cinque sostituzioni all’Aic e alla Uefa, per armonizzare il minutaggio e salvaguardare l’aspetto medico. Alla fine c’è voluto il Covid per togliere questa idea dal cassetto e portarla in campo, ma evidentemente ancora non basta, perché gli infortuni sono in costante aumento, soprattutto nella prima fase della stagione. Da anni si discute su come ridurre questa incidenza: si sono studiati i terreni, le scarpe, le metodologie di allenamento: ma i due fattori di rischio più importante sono la fisicità dei giocatori e il rapporto gare-allenamenti. Oggi si gioca molto e ci si allena di meno". Da tempo il professor Piero Volpi, responsabile dello staff sanitario dell’Inter, ha lanciato l’allarme. Non fa bene al calcio (e soprattutto ai calciatori) l’ingolfamento dei calendari. Fifa e Uefa pare proprio non vogliano sentire gli appelli dei medici, degli allenatori e dei giocatori, a loro interessa solo monetizzare anche se ormai il mercato del calcio in tv è saturo. Ma i risultati sono sono gli occhi di tutti: la nuova stagione è cominciata da meno di due mesi e già si contano tanti, troppi infortuni, in Italia e in Europa.
Le prime avvisaglie all’alba del campionato: il MIlan perde Florenzi (operato per danno legamentoso e meniscale al ginocchio destro) e Sportiello (lesione completa del tendine estensore del secondo dito della mano sinistra) durante la tournée estiva negli Stati Uniti, l’Atalanta resta senza Scamacca dai primi giorni di agosto (6 mesi di stop per il bomber, operato dopo la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro). E ancora: al debutto col Como in Coppa Italia, Varane chiede il cambio dopo 23 minuti per un problema al ginocchio sinistro. Poche settimane dopo saluterà il club lariano visti i lunghi tempi di recupero.
I numeri sono preoccupanti: finora nel 2024 ci sono stati ben 38 infortuni al legamento crociato nei 5 maggiori campionati europei, di cui 17 solo nei primi due mesi della stagione 2024-2025. Da Zapata (ultimo della lista) del Torino a Bremer (Juve), da Rodri (Manchester City) a Carvajal (Real Madrid). Passando anche per Ter Stegen il portiere del Barcellona. Sono soltanto alcuni dei nomi eccellenti costretti a chiudere la stagione ancor prima di iniziarla. Le vittime illustri sono già 7, senza contare chi si porta dietro il grave infortunio dallo scorso anno. Tre in particolar modo nella massima serie: Giorgio Scalvini (Atalanta), Lewis Ferguson (Bologna) e Perr Schuurs (Torino). Oggi, il conteggio è più che raddoppiato, e sono passati solo 2 mesi
Calendari fitti, troppe partite e poco riposo. Una stagione finisce e l’altra comincia senza nemmeno che te ne accorgi. Il carico dell’attuale programma è eccessivo considerato anche il nuovo format della Champions League che ha aumentato (come se ce ne fosse davvero bisogno) il numero di partite. Senza dimenticare il rinnovato Mondiale per Club che prenderà il posto delle vacanze estive per i calciatori dei top club europei. Dunque, l’usura è un fattore determinante nell’aumento dei problemi fisici. Tra nazionali e club, un giocatore di primissima fascia può arrivare a giocare oltre 70 partite stagionali: secondo gli esperti nessuno dovrebbe andare oltre le 55. Due numeri che forse spiegano l’ecatombe quando non siamo neppure a metà ottobre.
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