La maledizione della sosta. In principio, l’Olimpico: dalla panchina al caso cooling break. Poi, il Franchi: nel giorno del compleanno e del possibile sorpasso a Maldini per il numero di reti in rossonero, Theo Hernandez causa un rigore, ne “scippa“ uno a Pulisic, lo sbaglia e viene espulso a fine gara per proteste. L’ultima puntata a Cagliari: ancora capitano, ancora protagonista in negativo. Così come la classifica, al netto del recupero di Bologna: -7 dalla Champions, -8 dal primo posto. Troppo poco: dunque, pur dopo il trionfo a Benabeu, altra sosta di riflessioni. Soprattutto sulla difesa. Soprattutto su Theo Hernandez.
Sul tavolo, infatti, resta sempre da rinnovare il contratto in scadenza a giugno 2026, con ingaggio attuale da 4,5 milioni a stagione. Intanto Fonseca potrebbe tentare il “panchinamento“ che ha dato frutti con Leao: "Va tutelato, è un patrimonio della squadra, ma anche lui deve fare di più proprio per la squadra. Ha potenzialità da leader, adesso deve dimostrarle", le parole su Rafa di Andrij Shevcenko, da ieri nella Hall of fame del calcio italiano. Se ne riparlerà dopo la sosta che ha già fatto discutere in merito a Morata. Dopo lo scontro aereo in allenamento con relativo trauma cranico, il giocatore non è stato convocato per Cagliari. "Dieci giorni di stop,è il protocollo, non un’opzione. Non capisco come De La Fuente possa aver detto che giocherà con la Spagna", Fonseca dixit. Ieri la risposta del ct: "Ha fatto dei test con i nostri medici e per ora sta andando tutto bene. Se non ci saranno problemi, resterà con noi". Sempre ieri, in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “125 anni di Milan“, il presidente rossonero Paolo Scaroni ha punzecchiato l’Inter: "Sono arrivato a Milano da Vicenza per fare l’Università alla Bocconi. Allora mi perdevo per strada, non ricordavo dove fosse San Babila. È un’emozione incredibile pensare che ora sono, da sette anni, presidente dell’unica squadra di Milano. Perché diciamo la verità: a Milano ce n’è solo una, vera".
Presente anche Fonseca: "Seguo questo club universale fin da bambino. Impossbile non ricordare giocatori come Tassotti, Baresi, Maldini, gli olandesi, costacurta...". E Gabbia: "A Madrid ci siamo tolti una grande soddisfazione. Per arrivare ai livelli che merita il Milan c’è bisogno di tanto impegno e forse anche di un po’ di tempo. Ma siamo sulla strada giusta e abbiamo la volontà al 100% di riscrivere la storia".
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