
Andrea Amato dell’Urania Milano
Andrea Amato, l’Italia cadetta, l’ha girata in lungo e in largo. Per lo più nel Nord, ma anche concedendosi qualche avventura più giù. Nativo di Milano, classe 1994, il prodotto delle giovanili Olimpia è il “faro“ dell’Urania, ma voltandosi indietro, di strada ne ha percorsa davvero tanta. Partendo proprio dal biancorosso, dove nel 2015 viene aggregato da Jasmin Repes dopo gli addii di Daniel Hackett e Nicolò Melli. Ha 21 anni, deve chiudere il roster con Daniele Magro, vince una Coppa Italia da comprimario e, orgoglioso, accetta a febbraio la chiamata di Pistoia rinunciando ad un tricolore certo. Vuole spazio Andrea. È uno di quegli italiani che, nelle intenzioni preservato dai regolamenti, cerca in realtà vere sfide, e reale spazio.
In Serie A ne trova poco, anche con Cremona. E allora inizia la sua corsa nella cadetteria. Verona, dove dopo un primo adattamento si rivela, chiudendo due stagioni piene in doppia cifra. Quindi Udine, che vuole il salto di categoria. Lo richiama nella massima serie Varese nel 2021, in dicembre però è già a Nardò, dove esplode: 17 punti a partita, 4.4 assist. Per un play italiano, in una lega dove il ruolo viene affidato ad americani realizzatori, sono numeri pesanti. Lo capisce l’Urania, che lo riporta nel capoluogo con un reale progetto. E qui, tutto va finalmente come deve andare. Rapido, istintivo ma con lettura delle situazioni, capace di segnare in ogni contesto. Nel 2022-2023 è quinto per assist, nella stagione successiva terzo, sempre andando oltre i 13 punti di media.
Dicevano fosse solo l’amico di Alessandro Gentile, che quest’anno in effetti ha convinto a seguirlo in Urania. Ma Andrea è ben altro. 26 punti sabato contro Cento, quinta gara oltre i 20 in stagione, la quarta nelle ultime sette uscite. Se Milano sogna due squadre in Serie A è grazie ad Andrea, il talento che ancora oggi segue spesso l’Olimpia al Forum, ma che è diventato un “califfo“ della cadetteria.
Alessandro Luigi Maggi
Continua a leggere tutte le notizie di sport su