
Il presidente Massimo Cellino
Il graduale scorrere delle ore senza nessun annuncio ufficiale chiarisce sempre più la situazione in casa del Brescia. Com’era già parso piuttosto probabile sin dalle prime ore dopo la sconfitta di domenica contro il Palermo, a decidere la permanenza di Rolando Maran sulla panchina del Brescia sarà l’esito della gara di sabato al “Rigamonti“ con il Cesena. Una gara della verità per le Rondinelle, che sono ormai sulla soglia della zona playout e con i romagnoli devono tornare assolutamente a quella vittoria interna che manca dal 30 settembre (mentre l’ultimo successo dei biancazzurri risale al 3 novembre in occasione dell’1-0 conquistato in casa della Sampdoria). Complice la mancanza di alternative davvero convincenti e il contratto in essere fino al 2026 con lo stesso Maran, il presidente Massimo Cellino ha deciso, almeno per ora, di proseguire in questa direzione, anche se avrebbe avanzato alcune richieste specifiche al suo tecnico. Un duplice invito che, da una parte, chiederebbe a Maran di far giocare la squadra con più coraggio e, dall’altra, di proporre con continuità le due punte, così da tornare al 4-3-1-2, ritenuto lo schema più efficace.
Intanto, nell’attesa di tornare a gioire sul campo grazie ad una vittoria della sua squadra, il presidente Cellino ha potuto accogliere con soddisfazione le notizie provenienti dal Tribunale. La Corte d’Appello ha, infatti, rigettato il ricorso presentato dalla Procura Generale e ha ribadito che non ci sono state irregolarità nell’acquisizione dell’area sulla quale sono stati costruiti i campi dove si allena il Brescia. Insieme a Cellino sono stati assolti anche il sindaco di Torbole, Roberta Sisti, l’assessore ai lavori pubblici dell’epoca, Mauro Ometto, e Fabio Vizzini, che era stato incaricato di fissare il valore dell’area.
Luca Marinoni
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