GIULIO
Sport

(S)punti di vista. Cerchio magico e solidarietà. Come per Eriksen

Mola immagine dell’arbitro Doveri pietrificato e piegato sulle ginocchia è forse la più drammatica fra quelle viste in diretta televisiva...

Cerchio magico e solidarietà. Come per Eriksen

Mola immagine dell’arbitro Doveri pietrificato e piegato sulle ginocchia è forse la più drammatica fra quelle viste in diretta televisiva...

Mola

immagine dell’arbitro Doveri pietrificato e piegato sulle ginocchia è forse la più drammatica fra quelle viste in diretta televisiva dal “Franchi“. Ma ce n’è un’altra che invece ha commosso tutti perché testimonia che nello sport ci sono situazioni in cui non esistono colori e classifiche, come ha spiegato Beppe Marotta, presidente dell’Inter: quel cerchio diventato quasi magico composto da compagni e avversari uniti insieme per proteggere il giovane Edoardo dagli sguardi esterni. Una grande prova di solidarietà di chi aveva il dovere di fermarsi subito. Senza se e senza ma. La stessa immagine dell’11 giugno del 2021, quando Eriksen crollò in campo a Copenaghen durante Danimarca-Finlandia. Allora furono capitan Kjaer e tutti i calciatori scandinavi a far da scudo al compagno di nazionale. La cosa più vicina al concetto di squadra. Ieri tutto si è ripetuto: minuti interminabili di paura, con i giocatori disperati, il pubblico immobile (e in silenzio) e l’ambulanza ferma a due passi dal campo. E quel cerchio strettissimo e impenetrabile.

"Ho visto tutti coinvolti, a livello emotivo, la decisone di interrompere il match è stata spontanea", ribadirà più tardi Marotta. Tutti si sono sentiti coinvolti, vero, così come tutti erano sconvolti nell’assistere ad una scena così drammatica. Le lacrime di Colpani consolato da Barella, lo sguardo perso di Palladino, la preoccupazione di Inzaghi (uno dei primi ad accorgersi di quel che stava accadendo, quasi scivola per andare a soccorrere Bove).

Ma in questa bellissima gara di solidarietà e preghiere in campo e sugli spalti di chi ha vissuto il dramma in diretta, stona il baccano sui “social“ dove tanti leoni da tastiera si sono distinti con tweet deliranti e tossici intrisi di cattiveria e di follia. Il male del calcio, l’inciviltà di chi non sa cosa sia la parola rispetto.

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