GIULIO
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(S)punti di vista. Diavolo pigro ma poi reattivo. Serve il bomber

Mola Viaggio all’inferno, con immediato ritorno. Grazie a due traghettatori di lusso, Theo Hernandez e Rafa Leao, croce e...

Mola Viaggio all’inferno, con immediato ritorno. Grazie a due traghettatori di lusso, Theo Hernandez e Rafa Leao, croce e...

Mola Viaggio all’inferno, con immediato ritorno. Grazie a due traghettatori di lusso, Theo Hernandez e Rafa Leao, croce e...

Mola

Viaggio all’inferno, con immediato ritorno. Grazie a due traghettatori di lusso, Theo Hernandez e Rafa Leao, croce e delizia di questo pazzo Milan. Un’ora inguardabile al Sinigaglia, coi rossoneri pigri a vagare sul campo senza bussola, messi in difficoltà da un Como aggressivo, brillante e organizzato. Poi, ancora una volta in rimonta come accaduto in Supercoppa, il Diavolo porta a casa la vittoria. Tre punti pesantissimi.

Eppure al gol di Diao (e anche prima) erano riapparsi i fantasmi del recente passato e i tifosi (che non hanno smesso di contestare la proprietà americana neppure ieri sera) sembravano sprofondare in un nuovo incubo. Già finito l’effetto Conceição? Sparito il Milan d’Arabia? In soli otto giorni la squadra vista in casa col Cagliari e nel primo scorcio di gara a Como aveva fatto non uno ma tre passi indietro, cancellando gioie, certezze e speranze. Evanescenti, impalpabili, in affanno i calciatori rossoneri. Milan dimesso, impreciso, discontinuo, lezioso. E tanto, troppo falloso (ben tre gialli nel primo quarto d’ora) mentre i lariani avevano idee chiare, la giusta cattiveria e la rapidità d’esecuzione.

Conceição, già visibilmente teso nel pre-partita, è stato costretto ancora a ribaltare la squadra nell’intervallo (tre cambi, compreso l’infortunato Pulisic). Ma anche lui, l’allenatore di polso che serviva ad un gruppo anarchico come quello rossonero, non poteva fare miracoli. Lo schiaffo ricevuto da Diao ha spaventato il Diavolo tirandone fuori l’orgoglio, perché a quel punto il Milan ha reagito. Da Milan.

Ma guai a pensare di aver risolto i problemi, per esempio l’assenza di un bomber. Di centravanti ce ne sono, ma inadeguati per ragioni diverse: il nervoso Morata vede poco la porta, Abraham ieri è stato più utile come rifinitore, Canmarda è troppo acerbo e Jovic è sparito dai radar. Negli ultimi anni l’unico centravanti decente è stato Giroud (arrivato a parametro zero). Algoritmi a parte, nel calcio puoi risparmiare su tutto, ma non su un attaccante di livello. C’è ancora tempo per rimediare.

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