
Mola Mentre dal “bunker“ di Milanello (mica tanto impenetrabile visto che di spifferi ne escono fin troppi) Sergio Conceição prima...
Mola
Mentre dal “bunker“ di Milanello (mica tanto impenetrabile visto che di spifferi ne escono fin troppi) Sergio Conceição prima sconfessa il “cattivo“ portavoce e poi ripete che "bisogna scacciare l’energia negativa con i risultati", Zvone Boban ribadisce in altri contesti dei concetti già espressi in passato: lo fa in maniera più soft ma la sostanza non cambia, e cioè che la gestione americana non rispetta i valori del nostro calcio. L’avviso ai naviganti (Gerry Cardinale e la sua “corte“) è chiaro, così come eloquente era stato lo striscione esposto dalla Sud domenica scorsa nel quarto d’ora di sciopero del tifo: "Solo per la maglia". Quella maglia (a prescindere dalle variazioni cromatiche per ragioni di marketing) di cui forse l’uomo d’affari di Filadelfia conosce poco valore e storia. In due anni Cardinale si è visto raramente allo stadio. Di milanismo neppure l’ombra. Si fida ciecamente del suo socio Ibrahimovic, ex campione prestato alla scrivania senza alcuna esperienza e la cui convivenza con l’ad Giorgio Furlani è abbastanza complessa. Nel Milan con due anime c’è confusione e le spaccature sono diventate crepe in una stagione beffarda che ha svuotato l’anima dei tifosi con prestazioni negative, atteggiamenti, cambi in panchina, sceneggiate in campo e fuori. Il futuro è un punto interrogativo: Cardinale e Ibra devono scegliere un ds e a Londra hanno incontrato Paratici, Berta e Tare. Non è stato coinvolto Furlani e così l’ad è volato a New York per chiedere spiegazioni. "Normale viaggio di lavoro per condividere i progetti", precisa il club. Ai posteri l’ardua sentenza.
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