CRISTIANA MARIANI
Sport

Tokyo 2020, portabandiera alle Olimpiadi: i candidati e perché è importante

Da Paola Egonu a Larissa Iapichino, passando per Vanessa Ferrari, Aldo Montano e Filippo Tortu: tanti i volti in lizza

Paola Egonu

Portabandiera alle Olimpiadi. Un ruolo importante. Ma perché è così importante questo ruolo? Il portabandiera è anzitutto il primo atleta ad essere visto in mondovisione alla presentazione della rappresentativa nazionale durante la cerimonia di apertura e chiusura dei Giochi olimpici. Quello del portabandiera è quindi il volto di tutta l'Italia sportiva in quel momento. Non solo. Questo ruolo dà inevitabilmente anche un lustro maggiore alla disciplina sportiva a cui l'atleta appartiene. E quindi rappresenta anche una certa responsabilità per chi porta la bandiera tricolore. In passato sono state portabandiera atlete del calibro di Valentina Vezzali e Federica Pellegrini: la scherma e il nuoto sono tradizionalmente discipline nelle quali l'Italia è solita eccellere. E poi questi due sono stati senza dubbio personaggi di primissimo piano. Come Klaus Dibiasi nei tuffi nel 1976, Giovanna Trillini per la scherma nel 1996, Sara Simeoni nel 1984 e Pietro Mennea nel 1988 per l'atletica. 

I possibili candidati

Da Vanessa Ferrari, candidata ormai da tempo, sino alla possibilità di un uomo e una donna con due nomi fra quelli della stessa ginnasta, dei pallavolisti Paola Egonu e Ivan Zaytsev, della spadista Rossella Fiamingo, dello sciabolatore Aldo Montano, dei nuotatori Gregorio Paltrinieri e Simona Quadarella, del ciclista Filippo Ganna, della lunghista Larissa Iapichino, del velocista Filippo Tortu, dei tennisti Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Domani, giovedì 20 maggio, arriverà la decisione ufficiale sul nome del o dei portabandiera dell'Italia ai Giochio di Tokyo 2020.

I portabandiera italiani nella storia

I ginnasti Pietro e Alberto Bragaglia, lo schermidore Nedo Nadi, il campione di atletica Ugo Frigerio, il pesista Carlo Galimberti, lo schermidore Giulio Gaudino, il campione di atletica Giovanni Rocca, la ginassta Miranda Cicognani, gli schermidori Edoardo Mangiarotti e Giuseppe Delfino, il campione di equitazione Raimondo D'Inzeo, quello di atletica Abdon Pamich, il tuffatore Klaus Dibiasi, i campioni di atletica Sara Simeoni e Pietro Mennea, quello di canottaggio Giuseppe Abbagnale, la schermitrice Giovanna Trillini, il cestista Carlton Myers, il ginnasta Jury Chechi, il canoista Antonio Rossi, la schermitrice Valentina Vezzali e la nuotatrice Federica Pellegrini: è composto da loro l'albo d'oro dei portabandiera italiani alle Olimpiadi.

Gli indizi

Se non è dato sapere i criteri utilizzati dal Comitato olimpico per la scelta dell'atleta portabandiera alle Olimpiadi, perlomeno si può provare a tracciare un identikit del candidato ideale. Dopo un anno e mezzo di pandemia, la necessità di un volto giovane e al contempo grintoso è evidente. Un volto di uno sportivo o una sportiva vincente, senza dubbio. Un volto però che rappresenti anche il carattere ormai evidentemente multietnico della società e dello sport italiano. La mente viaggia quindi inevitabilmente sul nome di quella Paola Egonu che sta trascinando il volley femminile italiano verso una nuova stagione di gloria. Non sarebbe la prima atleta di colore a guidare la truppa azzurra, visto che il cestista Carlton Myers a Sidney 2000 lo aveva già fatto. "Facciamola questa rivoluzione" ha dichiarato recentemente Paola Egonu candidandosi a portabandiera. Lei che di rivoluzioni nello sport ne ha già fatte parecchie potrebbe davvero essere il volto più adatto a guidare quella rivoluzione culturale, sociale e sportiva che in Italia è ormai inevitabile.