Delusi. Ancora di più, avvelenati. Real Madrid-Milan è stata anche la sfida (senza storia, a dire il vero) tra Vinícius José Paixão de Oliveira Júnior e Rafael Alexandre da Conceição Leão. Un vincente nato, ma Pallone d’Oro mancato e un moderno Godot, che Fonseca ha bacchettato più volte indirizzandolo in panchina. Due caratteri non semplici. Il brasiliano, che si fece già notare da ragazzino mimando le lacrime dei tifosi del Botafogo. Il portoghese, con quelle esultanze polemiche verso il suo pubblico borbottante. Alla fine la vince Rafa. Il suo piede c’è in tutte e tre le reti del Milan, e una superiore incisività premia la gestione “a schiaffoni” del tecnico di Maputo, Monzambico.
È un confronto talmente mediatico che si avvia ben prima, nelle parole di opinionisti e addetti ai lavori. In Spagna, a El Chiringuito TV, parla Karim Benzema: "Il problema di Mbappè è che non è un centravanti, ha avuto problemi anche con la nazionale francese. Ma sulla sinistra al Madrid c’è un giocatore del suo stesso valore. E Vinicius non può giocare nè al centro, né a destra". Insomma, meglio che il francese si metta l’anima in pace. Mentre Zvonimir Boban, su Leao, mischia bastone e carota: "Non si merita questi massacri. Lui è questo: non ha il carattere dei giocatori vogliosi". Meglio allora la pacca sulla spalla di Alvaro Morata: "Dove devo firmare perché sia la notte di Leao? Se sarà la sua, sarà anche la notte del Milan".
Mai previsione fu più azzeccata. In campo le consegne sono chiare, e ben distinte. Milan che in fase di non possesso gioca a cinque, e l’obiettivo si chiama proprio Vinicius. Musah, come annunciato dallo stesso Fonseca, è chiamato a dare man forte a destra a Emerson Royal, con il 7 madrileno al fianco di Mbappé nel 4-4-2 disegnato da Ancelotti. Leao quindi si ritrova in un puro attacco a tre, e se si fa sorprendere subito in fuorigioco, innesca anche una ripartenza di Theo prima di conquistare il corner del vantaggio. Il “rivale” risponde guadagnandosi e trasformando il rigore del momentaneo 1-1 poco dopo il ventesimo con un mezzo scavetto di pura classe. Per lui, dal via della stagione europea 2022-2023, 26 gare e 26 partecipazioni ad un gol della “Casablanca”, che sia rete o assist. Però anche un passaggio a vuoto, che gira la partita, e la sfida individuale alla mezzora del primo tempo. Troppo molle il brasiliano in mediana quando la palla gli viene soffiata da Fofana, mai così concreto il brasiliano in area per la girata che innesca il tap-in di Morata per il 2-1. È la fotografia dell’approccio Real e nella ripresa la forbice si allarga. Leao costringe Lunin ad un miracolo con un perfetto colpo di testa e paga più il temporeggiare di Pulisic nel successivo contropiede innescato dall’americano. Vinicius non cresce, allargandosi più decisamente a sinistra con l’ingresso dell’ex Brahim Diaz. Il giallo per quel “loco“ rivolto all’arbitro sloveno Slavko Vincic, mentre Leao fugge per offrire il 3-1 a Tijjani Reijnders, chiude la contesa. Solo nel finale il brasiliano si rianima con un paio di giocate.
In uno scenario di cotanta grandezza, il mondo rossonero non tace di fronte alla tragedia della Comunità Valenciana. Alle 18.39 parte il corteo dei tifosi milanisti attraverso la città in direzione Bernabeu. Prima, molti di loro, hanno dato vita ad una campagna di solidarietà a sostegno della Croce Rossa in aiuto agli alluvionati, mentre la Sud passa per la stessa Valencia lasciando uno striscione che recita: "Vicini alla Comunità Valenciana". In campo, poco prima del calcio d’inizio, un minuto di silenzio (con le lacrime di Ancelotti e Fonseca) e la maglia: “Siamo tutti Valencia”. Il calcio non si ferma, ma ricorda, e mostra sostegno. Unito e compatto, oltre i colori. E ci mancherebbe altro.
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