
La centrale serve quasi 4 milioni di abitanti tra Varese Como, Lecco, Monza
Varese, 12 febbraio 2020 - Una giornata per conoscere cosa succede dietro le quinte delle centrali operative del Numero unico europeo di emergenza. Ieri come ogni 11 febbraio si è rinnovato l’appuntamento con il 112 Day, ricorrenza celebrata anche a Varese, dove la sede del 112 ha aperto le sue porte alle visite dei cittadini. Gli utenti hanno potuto osservare il lavoro quotidiano degli operatori, che si occupano di gestire le chiamate di soccorso e smistarle in base al tipo di emergenza. Un meccanismo ben oliato, dopo anni di esperienza: la centrale di Varese festeggia proprio nel 2020 i suoi primi dieci anni di attività. Fu la prima a partire in Italia nel 2010.
«Siamo davvero orgogliosi per questo traguardo – commenta il responsabile della Aat 118 Varese Guido Garzena – grazie a un gioco di squadra che ha coinvolto le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco abbiamo fatto sì che questo progetto fosse sostenibile e diventasse un modello nazionale".
Il bacino d’utenza servito dalla centrale è di quasi 4 milioni di abitanti, residenti nelle province di Varese, Como, Lecco, Monza Brianza e Bergamo. Nel 2019 sono state 1 milione e mezzo le chiamate ricevute, circa 4000 al giorno. 300mila le chiamate nel solo territorio della provincia di Varese.
Da un punto di vista percentuale si equivalgono sostanzialmente le emergenze di tipo sanitario e le richieste di intervento delle forze dell’ordine, mentre le chiamate destinate ai Vigili del Fuoco subiscono dei picchi in base a condizioni atmosferiche o ambientali, come in questi giorni con il forte vento. I tempi di attesa per il cittadino sono inferiori ai 5 secondi, mentre la chiamata media dura meno di un minuto: 45 secondi circa.
Nella centrale di Varese opera un organico di 51 persone suddivise in turni, strutturati in funzione dei flussi storici delle chiamate. La fascia centrale della giornata è quella che vede la presenza di un numero maggiore di operatori. Ogni postazione è fornita di uno schermo con la cartografia del territorio servito, e il sistema è in grado di geolocalizzare la posizione del chiamante. A Varese si sta sperimentando l’eCall, una sorta di scatola nera montata a bordo delle automobili che sfrutta la tecnologia per contattare direttamente il 112 se il veicolo è coinvolto in un incidente grave.
E anche il telefonino può essere di grande aiuto, con l’applicazione Where Are U, che può essere installata su qualsiasi smartphone. "Uno strumento utilizzato ancora troppo poco – commenta Garzena – nell’ultima versione è stata inserita anche la funzione della chat che può essere molto utile. L’invito ai cittadini è quello di scaricare l’app e utilizzarla".