
Teresa Stabile è stata uccisa da Vincenzo Gerardi
Samarate (Varese) – Saranno celebrati oggi alle 15.30 nella Santissima Trinità i funerali di Teresa Stabile, la cinquantacinquenne uccisa dal marito Vincenzo Gerardi, 56 anni, che non accettava la volontà della moglie di separarsi. Le esequie saranno in forma strettamente privata. I due figli e gli anziani genitori hanno chiesto rispetto per il loro dolore, quindi la chiesa resterà chiusa a telecamere e giornalisti.
L’intera Samarate, dove oggi sarà lutto cittadino, si è stretta ai familiari dopo l’omicidio che si è consumato mercoledì scorso nella casa della coppia in via San Giovanni Bosco, quando Gerardi è salito sull’auto della moglie e l’ha colpita con 15 coltellate, mortali quelle al cuore.
L’uomo è in carcere, accusato di aver premeditato l’omicidio perché incapace di accettare la decisione della moglie di separarsi dopo vent’anni i matrimonio. Gli inquirenti hanno trovato alcune lettere per i figli in cui Gerardi, reo confesso, esprimeva l’intenzione di uccidere Teresa e poi togliersi la vita. Dalla famiglia tramite una parente che ha pubblicato un post sulla Bacheca Civica di Samarate la richiesta di sostenere con una donazione la Fondazione Giulia Cecchettin nel ricordo di Teresa Stabile, come Giulia vittima di femminicidio.
La scelta
Un impegno importante quello della Fondazione portato avanti dal padre di Giulia, Gino, con la propria testimonianza soprattutto tra i giovani per diffondere la cultura del rispetto. Ed è un gesto significativo la volontà dei familiari di Teresa Stabile di sostenerne l’attività. Anche Anemos Odv, impegnata accanto alle donne vittime di violenza, dopo l’omicidio di Samarate chiede "interventi concreti, immediati: maggiore protezione per le donne a rischio e fondi adeguati per i Centri antiviolenza e le Case rifugio". L’associazione sottolinea anche l’importanza di interventi educativi: "Bisogna promuovere un’educazione al rispetto fin dalla più giovane età e serve anche la formazione delle forze dell’ordine. Noi continueremo a essere voce e forza per tutte le donne che ogni giorno lottano per la libertà e sopravvivenza, non arretreremo di un passo".
La Casa delle donne Aps di Gallarate fa rilevare la mancanza di stanziamenti per la prevenzione, sottolineando: "I braccialetti elettronici e l’inasprimento delle pene non bastano per fermare violenza e femminicidi. Occorrono investimenti in progetti seri, costanti e a lungo termine, stanziamenti di fondi per la formazione nella scuola per educare a relazioni sane, rispettose delle differenze".