Samarate (Varese) – Un’emozione grande, grandissima, di quelle che danno la spinta per risalire in momenti difficili della vita, quando, soprattutto dopo una tragedia, ricominciare richiede forza e voglia di farcela.
E’ l’emozione grandissima che sabato 9 settembre di nuovo in volo, alla cloche di un aereo, ha provato Nicolò Maja, 24 anni, unico sopravvissuto alla strage familiare compiuta dal padre, Alessandro Maja, nel mese di luglio condannato all’ergastolo, per aver ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia.
Nicolò è vivo per miracolo, la notte del 4 maggio dello scorso anno, nella villetta di Samarate fu gravemente ferito dal padre e ricoverato in condizioni disperate in ospedale, ma il giovane ha superato i mesi più drammatici, nel ricordo della mamma e della sorella, che sente sempre vicine, ha cominciato il suo lento cammino di recupero psicologico e fisico, ogni giorno un passo in avanti guardando al futuro e ai sogni da realizzare, accanto i suoi angeli custodi, i nonni materni, Giulio e Ines.
Nicolò, che ha il brevetto di pilota in tasca, ha un sogno in particolare, quello un giorno di poter lavorare nel settore aeronautico. Sabato scorso al Campovolo di Cogliate (Monza- Brianza), accompagnato dal pilota Roberto Negretti che l’ha invitato, è tornato a volare, a bordo di un monomotore ad ala alta ha sorvolato il lago di Como, uno dei paesaggi più belli al mondo. Un volo di 45 minuti in un giorno speciale, un nuovo battesimo del volo, per Nicolò che racconta “Ho riprovato la gioia e l’ebbrezza di quando volavo, è stato meraviglioso”. Al Campovolo ad attenderlo commossi, i nonni, Giulio e Ines, gli occhi al cielo, contenti che il loro amato nipote fosse lassù, di nuovo alla cloche di un aereo.