In Humanitas Mater Domini, la robotica entra in sala operatoria anche per i principali interventi di chirurgia generale: dalla colecistectomia ai tumori del colon retto, dalle ernie e laparoceli allo stomaco. Il presidio è oggi tra i pochi in provincia di Varese e Milano a usare la tecnologia robotica Da Vinci, la piattaforma più evoluta per la chirurgia mininvasiva per il trattamento di patologie benigne e maligne. "Sino a ora si eseguiva la chirurgia laparoscopica - spiega il dottor Walter Zuliani, responsabile Chirurgia generale -. Da qualche mese, invece, con la robotica è possibile eseguire gli interventi di colecistectomia, chirurgia dello stomaco, del colon-retto (tumori e diverticoli), chirurgia della parete (ernie e laparoceli) e interventi del pavimento pelvico (prolassi rettali)". L’aiuto del robot non sostituisce la professionalità del clinico. L’expertise e la tecnologia, insieme, permettono interventi più accurati.
Ogni manovra è eseguita sotto diretto controllo dello specialista: le braccia robotiche, infatti, non agiscono autonomamente. Il chirurgo opera seduto a una consolle, composta da un visore ad alta definizione che fornisce immagini in 3D e gestisce due manipoli, posizionati sotto il display, con i quali controlla a distanza la telecamera e gli strumenti chirurgici. Il sistema traduce ogni movimento delle mani del chirurgo in precisi movimenti degli strumenti, in simultanea, con la possibilità di rotazioni fino a 360 gradi su 7 piani, impossibili per le mani umane. "Anche la più piccola struttura anatomica viene ingrandita con una maggiore precisione dell’atto chirurgico e di conseguenza dell’intervento. Il robot dà la possibilità di eseguire interventi anche complessi su più organi, senza modificare il campo operatorio o la posizione del paziente", spiega il dottor Zuliani. Sara Vignati