
Il gruppo di ricerca sul campo
Varese, 14 aprile 2025 – Uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica Communications Earth and Environment con il titolo “A warming pulse in the Antarctic continent changed the landscape during the Middle Ages” ha ricostruito per la prima volta gli effetti di un repentino riscaldamento climatico avvenuto tra 900 e 989 anni fa. Un evento di fusione glaciale senza precedenti, risalente al Periodo Caldo Medievale, che ha lasciato tracce sorprendenti su un ghiacciaio della Terra Vittoria settentrionale, in Antartide.

Coordinamento dello studio e collaborazioni
Lo studio è stato coordinato da Emanuele Forte dell’Università di Trieste e da Mauro Guglielmin dell’Università dell’Insubria, Centro di ricerca sui Cambiamenti climatici, Dipartimento di Scienze teoriche e applicate, insieme a Maurizio Azzaro dell’Istituto di Scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), Nicoletta Cannone e Alessandro Longhi del Centro di ricerca sui Cambiamenti climatici dell’Insubria e Ilaria Santin dell’Eth di Zurigo.
Fenomeni osservati nello studio
Nello studio è documentato un fenomeno mai osservato prima: un’intensa erosione fluviale e il trasporto di sedimenti sulla superficie del ghiacciaio, originati da un deflusso d’acqua di fusione che arrivò a scavare un canale lungo almeno 4 chilometri. Si mostra come l’acqua abbia generato un’impronta indelebile sul ghiacciaio, lasciando una discontinuità nella stratigrafia e accumulando sedimenti in un deposito gradato, chiara indicazione di un progressivo rallentamento del flusso d’acqua.
Significato dell'evento medievale
A differenza degli attuali fenomeni di fusione osservati nell’Antartide orientale e sulla banchisa di Nansen, l’evento medievale rappresenta un caso eccezionale, avvenuto durante una fase naturale di riscaldamento climatico globale perché lo stesso ghiacciaio attualmente è permanentemente innevato e non presenta alcun segno di fusione superficiale, sottolineando ulteriormente l’unicità e l’importanza di quanto rilevato.
Nuove prospettive per la stabilità dei ghiacciai
Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla stabilità dei ghiacciai antartici e mette in luce come anche brevi episodi di riscaldamento climatico, non sempre rintracciabili attraverso i tradizionali metodi di analisi paleoclimatica, possano provocare profonde e durature trasformazioni del paesaggio glaciale. I risultati evidenziano la sensibilità dei ghiacciai antartici ai cambiamenti climatici improvvisi e suggeriscono il potenziale impatto di fenomeni estremi dovuti al cambiamento climatico anche nel prossimo futuro.
Contesto del progetto di ricerca
Lo studio è stato svolto nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra) finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur) e attuato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, da Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto nazionale di Oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) per la gestione tecnica e scientifica della sua nave da ricerca Laura Bassi.