Busto Arsizio, 23 ottobre 2024 – Nel segno del cinema due sfide vinte: la prima, il Baff – Busto Arsizio Film Festival, giunto all’edizione numero 22, conclusa di recente e l’Icma, l’Istituto cinematografico Michelangelo Antonioni, che ha inaugurato il diciassettesimo anno accademico. Ora c’è la terza, un sogno da realizzare, la creazione in città di un campus per gli studenti. L’idea è stata lanciata l’altro giorno da Alessandro Munari, presidente della Fondazione Icma, durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2024-25 a Villa Calcaterra.
“Vi diamo il benvenuto e siamo felici di avervi così numerosi – ha spiegato Munari - è un motivo di orgoglio per quello che all’inizio sembrava solo un sogno, adesso pensiamo all’ipotesi di un campus per ospitare gli studenti fuori sede”. Un appello rivolto alla città, alle istituzioni, a chiunque voglia sostenere il cinema e i giovani che ne vogliono fare una professione, realizzare un campus, necessario per accogliere coloro che arrivano da altre province e regioni, da nord a sud, per frequentare.
È la terza sfida, da vincere, com’è stato con le prime due, il Baff e l’Icma, che all’inizio sembravano rischiose, progetti impossibili da attuare in una città che da sempre aveva ben altra vocazione, invece non è stato così, la conferma nel successo. Ora l’obiettivo è il campus.L’altro giorno a Villa Calcaterra il saluto alle 27 matricole, 20 hanno scelto l’indirizzo di regia/filmmaking, 7 quello di recitazione.
Hanno superato le selezioni a conferma della qualità del programma didattico, che attira l’attenzione dei giovani, dal 2008 sono stati 450 gli studenti, arrivati da tutta l’Italia, il più lontano dalla Sicilia, oggi i diplomati ricoprono ruoli a più livelli nel settore in continua evoluzione.
Presente a Villa Calcaterra l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli che rivolgendosi agli studenti ha sottolineato: “Vi ringrazio perché credere nell’Icma è un atto molto importante e riguarda l’intera città che ospita il sistema cinema. L’Istituto Antonioni è la parte formativa, il vivaio. Mi sento di condividere due riflessioni.
La cultura dà lavoro, non è un modo per impegnare il tempo libero, è un investimento in bellezza, che migliora se stessi e la comunità”. Le matricole hanno cominciato il nuovo percorso, a un primo anno comune a tutti, dedicato all’acquisizione dei linguaggi e delle tecniche, seguirà un biennio di specializzazione.