UBOLDO (Varese)
Minacce per guadagnare il monopolio delle tratte di trasporto in Lombardia, e imporre condizioni contrattuali fortemente svantaggiose. Ma anche viaggi imposti senza reale necessità da parte del committente, al quale veniva impedito l’utilizzo di altri fornitori.
Sono le accuse che ieri hanno condotto in carcere Giuseppe De Marte, detto Pino, 47 anni, residente a Uboldo, originario di Seminara, la cui famiglia è ritenuta collegata alla ‘ndrangheta. Condotte che sono emerse dalle indagini della Gdf di Como, coordinate dal sostituto procuratore di Milano Pasquale Addesso, finite nell’ordinanza firmata dal gip Stefania Donadeo. Parte offesa di tali "reiterate e sistematiche condotte di violenza e minacce", sfociate nell’ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso, sono due società operative di Deles di Uboldo, gruppo specializzato nella progettazione, produzione e commercializzazione di imballaggi dagli anni Cinquanta sia in Italia sia all’estero.
Inoltre la sezione Misure di prevenzione del Tribunale milanese ha disposto due decreti di amministrazione giudiziaria in base al Codice antimafia nei confronti delle stesse società del Gruppo – estraneo alle indagini – Scatolificio Deles e Deles Imballaggi Speciali, ritenendo sussistente una grave situazione di infiltrazione mafiosa. A partire dal 2016 De Marte "ha determinato il totale assoggettamento alla sue pretese dei dirigenti" di Deles in modo da ottenere "l’assegnazione esclusiva alla società De.Ma.Trans", ditta individuale intestata alla moglie ma di fatto "a lui riferibile" di commesse di trasporto su tratte stradali in Lombardia per un vantaggio di 8 milioni. Le indagini hanno ricostruito minacce continue di vario genere. Diceva che, se avessero fatto come diceva lui, non si sarebbe "fatto male nessuno". Inoltre minacce agli impiegati soprattutto di incendi con riferimento al fratello, condannato per roghi dolosi a imprese.
Paola Pioppi