LORENZO CRESPI
Cronaca

Dai motori agli elettrodomestici, a Varese mille lavoratori appesi a un filo

La situazione della Beko di Cassinetta è tutto tranne che rosea, e anche per i dipendenti di Mv Agusta, nonostante le garanzie ricevute sul rilancio della produzione, non è un Natale completamente sereno

Un reparto della Mv Agusta, pronta al rilancio nei prossimi mesi del 2025

Un reparto della Mv Agusta, pronta al rilancio nei prossimi mesi del 2025

Varese, 12 dicembre 2024 – Sotto l’albero di circa 1.100 lavoratori della Provincia di Varese ci sarà un grosso punto di domanda sul futuro. Si preannuncia un Natale difficile per gli addetti di diverse storiche realtà locali, alle prese con crisi e riorganizzazioni che non lasciano dormire sonni tranquilli. La situazione più grave, sia in termini numerici che per la complessità della vertenza, è quella della Beko, con il sito di Cassinetta che rischia di essere fortemente ridimensionato, con la paventata chiusura di due linee produttive per un totale di 541 esuberi e altri tagli previsti tra gli impiegati, per una stima complessiva di 750-800 lavoratori a rischio. Proprio davanti ai cancelli di Biandronno si sono ritrovati ieri i metalmeccanici di tutto il Varesotto per lo sciopero provinciale della categoria. Tra gli interventi quello di Barbara Tibaldi della segreteria nazionale della Fiom, che ha parlato all’indomani dell’ultimo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy in cui l’azienda ha ribadito di voler proseguire col suo piano industriale. “Il piano deve essere riscritto senza licenziamenti e senza chiusure perché noi non firmeremo né l’uno né l’altro. Beko ha dovuto tornarsene a casa con le pive nel sacco: tutti i lavoratori e le istituzioni unite hanno respinto il loro piano”. La sensazione è che la lotta sindacale sarà lunga: il prossimo incontro si svolgerà a gennaio.

Il nodo Mv Agusta

Novità in vista nelle prossime ore invece per la Mv Agusta, altra realtà storica dell’industria locale con 80 anni di presenza sul territorio. L’incontro dello scorso lunedì in Confindustria ha certificato lo sgancio da parte di Ktm, che non considera più la fabbrica della Schiranna un asset strategico. Mv Agusta dovrà quindi farcela da sola, ma a causa del concordato in corso ci vorranno circa 90 giorni per riportare la produzione all’interno dell’azienda. Proprio per oggi è prevista la firma del contratto di solidarietà per i circa 180 dipendenti, che nel prossimo anno avranno stipendi ridotti ma con almeno la garanzia di un salario. 24 invece gli esuberi previsti, che saranno su base volontaria e interesseranno principalmente i lavoratori vicini alla pensione. Sacrifici sì, ma con l’obiettivo di dare un domani ad un marchio noto in tutto il mondo.

"Mv Agusta ha il personale capace per camminare con le proprie gambe: pensiamo che abbia un futuro”, commenta Agostino Casati, rsu Fim Cisl. Quindi l’ultima crisi in ordine di tempo, quella della Meta System di Mornago, che produce schede per batterie di auto e che tra i clienti vanta nomi come Stellantis, Bmw e Porsche. In questo caso sono 130 i posti di lavoro a rischio: è già partita la mobilitazione degli operai.