di Lorenzo Crespi
Il Castello di Belforte è pronto a rivivere. Un bene storico di Varese abbandonato da decenni tornerà a disposizione della collettività, diventando un polo culturale. Qui, infatti, al termine di un intervento di recupero, sarà trasferito il Museo del Risorgimento attualmente ospitato a Villa Mirabello. Un progetto tanto ambizioso quanto oneroso, reso possibile dal sostegno giunto da Roma: il ministero della Cultura ha assegnato al Comune di Varese un contributo di 5 milioni di euro per la riqualificazione della struttura. Il Castello di Belforte è stato inserito nel piano strategico Grandi Progetti Beni Culturali che coinvolge in totale 38 realtà in tutt’Italia, con il bene varesino che si affianca a monumenti simbolo come il Colosseo di Roma e la Basilica di San Marco di Venezia.
"È un risultato straordinario per la città – commenta Italia Nostra Varese – un progetto che restituirà dignità, significato e funzione a un importante tassello dell’antica storia varesina". Il finanziamento del ministero premia gli sforzi dell’amministrazione, che fin dalla scorsa legislatura aveva candidato il castello a diversi bandi. "In questi anni abbiamo provato diverse strade per poter finalmente mettere al centro il Castello di Belforte – osserva il sindaco Davide Galimberti – finalmente, dopo tanto lavoro da parte di tante realtà, associazioni e cittadini, ecco arrivare un importantissimo finanziamento".
L’intero complesso sarà messo in sicurezza, recuperandone a usi culturali gli spazi, con il pianterreno del corpo centrale che ospiterà appunto un museo. Una nuova destinazione per una struttura risalente al XII secolo, periodo scosso da turbolenze politiche e di lotte tra Milano e l’Impero.
L’area fortificata assunse un ruolo strategico di primaria importanza a controllo della via comasca verso i passi alpini e come luogo di sosta dell’imperatore Federico Barbarossa durante le sue discese in Lombardia.
Acquistato dalla famiglia Biumi per diventare una sontuosa villa e trasformato negli usi più svariati nel corso dei secoli, fu abbandonato negli anni Sessanta.