GABRIELE MORONI
Cronaca

Bestie di Satana, "L’assassino di mia figlia è già libero: non condivido, ma lo accetto"

Silvio Pezzotta, papà di Mariangela, uccisa nel 2004: "Spero di non rivedere mai Andrea Volpe"

Andrea Volpe nel 2006, scortato in Tribunale a Milano per l’Appello

Somma Lombardo (Varese), 7 maggio 2020 -  «Il mio grande dispiacere è che quest’anno, per colpa dell’epidemia di coronavirus, non posso organizzare il Gran Premio “Mariangela Pezzotta”. Sto già sentendo come mi mancherà. Nel pomeriggio avrebbero gareggiato i bambini. L’attenzione a disabili e bambini sarebbe stato il filo conduttore della manifestazione. Quel giorno ricorderò mia figlia portando un mazzo di fiori sulla sua tomba». Ricaccia indietro la commozione l’uomo alto, quasi imponente, che pare intagliato. Quest’anno, con la sospensione degli eventi sportivi obbligata in ragione dell’emergenza sanitaria, non potrà curare, a Somma Lombardo, quella che sarebbe stata la dodicesima edizione del trofeo di handbike intitolato alla figlia. La data fissata per la manifestazione era quella del 28 giugno. Un’amarezza in più. Silvio Pezzotta è il padre di Mariangela, vittima delle Bestie di Satana.

Una storia che non smette di colpire per la sua tragicità, seppur a distanza ormai di molti anni. La setta ha deciso che Mariangela deve morire: dopo essere stata legata per anni ad Andrea Volpe potrebbe essere a conoscenza di qualche segreto. Con il pretesto della videocassetta di un concerto da restituire, viene attirata nella chalet di Golasecca che Volpe occupa con la giovanissima fidanzata Elisabetta Ballarin. È la sera del 23 gennaio 2004. Non è solo il fatto di essere costretto a rinunciare alla “sua” corsa a immalinconire il padre di Mariangela. Andrea Volpe è libero dopo avere scontato in carcere sedici dei venti anni della sua condanna. Abitano entrambi a Somma Lombardo.

«È quello - dice Pezzotta - che purtroppo mi aspettavo. Le cose arrivano sempre troppo in fretta. Sto rivivendo quei giorni. Non condivido ma accetto. C’è una legge e io ho sempre rispettato le leggi. Spero solo di non incontrarlo. A pensarci mi viene il mal di stomaco. Alla fine qualcosa ti scatta».  L’incontro temuto, probabilmente, non ci sarà mai. Uscito dal carcere di Ferrara il 24 aprile, dopo avere scontato sedici dei vent’anni della sua condanna, Volpe si è stabilito per ora in un paese nel Ferrarese. Pochi giorni dopo la scarcerazione, è stato controllato ai Lidi di Comacchio. Sprovvisto dell’autocertificazione e senza una valida spiegazione per trovarsi fuori casa, è stato sanzionato con una multa di 400 euro.

In tutti questi anni il padre di Mariangela, oltre al perdono, non ha mai fatto mancare la sua vicinanza a Elisabetta Ballarin, da tempo libera e recuperata grazie allo studio e al lavoro. «All’epoca Elisabetta era una ragazzina. Si è salvata quando avrebbe potuto fare la stessa fine di Mariangela. Ha scontato una condanna pesante, forse fin troppo pesante per quello che aveva fatto. Ho visto in lei qualcosa di positivo, qualcosa che mi ha fatto sperare per il suo futuro. Credo che i fatti mi abbiano dato ragione».