
Alberto Biggiogero
Varese, 16 febbraio 2017 - È considerato uno dei testimoni chiave nel processo sulla morte di Giuseppe Uva, l’operaio deceduto in ospedale nel giugno del 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri che lo avevano fermato ubriaco per strada. Ieri Alberto Biggiogero ha ucciso suo padre, colpendolo con diverse coltellate nell’appartamento alla periferia di Varese dove viveva assieme ai genitori. Una furia esplosa all’improvviso, nel corso di una lite in casa, in via dei Mille, per motivi ancora al vaglio degli investigatori.
Biggiogero attorno alle 18.30 ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito il padre, Ferruccio, in soggiorno, con almeno cinque fendenti. La madre si trovava nell’appartamento. Quando sono intervenuti gli operatori del 118, forse chiamati dallo stesso Biggiogero, l’anziano, 78 anni, era già morto, a causa delle ferite all’addome e in altre parti del corpo. Alberto Biggiogero è stato arrestato dalla polizia e, nelle prossime ore, verrà interrogato per chiarire la dinamica dell’episodio, al vaglio degli agenti della Squadra mobile, coordinati dal pm di Varese Flavio Ricci. Il nome di Alberto Biggiogero è legato al caso Uva perché, la notte del 14 giugno 2008, l’uomo fu bloccato dai carabinieri mentre spostava alcune transenne assieme all’amico, Giuseppe, e portato in caserma. Ha raccontato di aver sentito l’amico urlare e chiedere aiuto nella stanza dove era trattenuto e, assieme ai familiari, ha sostenuto l’ipotesi di presunte violenze da parte delle forze dell’ordine. Una testimonianza fornita anche nel corso del processo a carico di due carabinieri e sei poliziotti accusati di omicidio preterintenzionale, poi assolti dalla Corte d’Assise di Varese, in un periodo in cui si trovava in precarie condizioni psichiche. Ora l’omicidio del padre, scatenato da un litigio in famiglia.
Lucia Uva, sorella di Giuseppe e amica di Biggiogero, è sconvolta per l’accaduto. «Non riesco a crederci - spiega in lacrime - in questo periodo Alberto era tranquillo, mi ha mandato un messaggio ieri invitandomi a teatro, al suo spettacolo, perché stava studiando recitazione. Alberto aveva smesso di bere e di assumere droghe - conclude -. Sono sconvolta anche per la madre, che ha una grave malattia». Sotto choc anche i vicini di casa, che ieri non avrebbero sentito urla o rumori provenire dall’appartamento. Si sono accorti dell’accaduto quando sono intervenuti gli operatori del 118 e gli agenti della Squadra mobile, che hanno portato avanti i rilievi fino alla tarda serata. «Pochi giorni fa avevo visto Alberto passeggiare assieme al padre - spiega una vicina - mi sembra impossibile che sia finita così».