ROSELLA FORMENTI
Cronaca

I primi quindici anni della passeggiata per difendere la brughiera dallo sviluppo di Malpensa

Alle 14,30 torna l’appuntamento della camminata da Tornavento dove tutto è iniziato. Walter Girardi (Viva Via Gaggio): abbiamo rotto il muro del silenzio, ora serve mettere un limite

La camminata organizzata nel maggio del 2012 a cui parteciparono Walter Girardi, Philippe Daverio e e Giulia Maria Crespi

La camminata organizzata nel maggio del 2012 a cui parteciparono Walter Girardi, Philippe Daverio e e Giulia Maria Crespi

Lonate Pozzolo (Varese) – Oggi è in programma la Camminata di primavera organizzata dall’Associazione Viva Via Gaggio, iniziativa proposta per la prima volta 15 anni fa: allora l’obiettivo salvare la brughiera dallo sviluppo di Malpensa. L’impegno a tutela di quest’area, unica nel suo genere in Europa come habitat, prosegue, come assicura il dottor Walter Girardi, consulente ambientale e tra i fondatori dell’associazione.

Dottor Girardi, sono trascorsi 15 anni dalla prima iniziativa per portare l’attenzione su via Gaggio e la brughiera, com’erano allora?

“Erano luoghi già conosciuti e frequentati da molte persone che però ignoravano il fatto che in alcune sedi, Regione Lombardia in primis, si stava immaginando con il gestore aeroportuale di Malpensa un’espansione del sedime dello scalo che avrebbe cancellato tutto per sempre. Noi abbiamo voluto rompere quel muro di silenzio, facendo prendere consapevolezza del problema a tutti, a istituzioni e a tantissima gente comune. E nacque la prima iniziativa proprio per “avvertire” tutti che nel silenzio qualcuno stava decidendo il futuro di quei luoghi a noi tanto cari e anche se di informazione ne giravano pochissime riuscimmo ad avere una cartografia di Regione Lombardia che immaginava la 3° pista distruggendo Via Gaggio e la Brughiera”.

Il segnale fu la prima camminata?

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Un'iniziativa dell’associazione Viva Via Gaggio

“Certo, le persone che avevano deciso poi di organizzare quella prima camminata, si ritrovarono nelle sere seguenti e decisero appunto di approfondire la questione, nacque così l’allora comitato Viva Via Gaggio, poi venne individuato il logo disegnato da Serenella, aprimmo il blog, la pagina Facebook, cominciammo a fare informazione e a tenere aggiornate tutte le persone”.

Com’è cambiato in tanti anni l’atteggiamento verso via Gaggio?

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Una recente camminata

“Sicuramente l’interesse è fortemente aumentato, grazie al contributo e alla rete costruita con le altre associazioni, con il Parco del Ticino, con le Università. C’è stato un grandissimo lavoro corale per spiegare attraverso eventi completamente diversi, l’unicità e la peculiarità di questi luoghi e questo è fondamentale per far partecipare le persone. Conoscono la brughiera, la amano proprio perché la conoscono e la difendono”.

Tra le iniziative proposte in questi 15 anni, quali sono le più significative?

“Personalmente sono legato a tutti gli eventi. Ricordo ad esempio la prima camminata serale alla quale si presentarono sindaci in fascia tricolore e tantissimi cittadini, chiudemmo in Piazza Parravicino a Tornavento dove la coda per firmare il nostro appello per salvare la brughiera e la via Gaggio era interminabile. E poi, indimenticabile, l’evento con Giulia Maria Crespi, Philippe Daverio e Fulco Pratesi che portò oltre 1000 persone in Via Gaggio e in Brughiera, sicuramente è stato quello che ci portato alla ribalta nazionale. Avere delle personalità dell’ambientalismo e della cultura al nostro fianco è una cosa che ancora oggi mi mette i brividi. Una felicissima intuizione è stato il Campo Gaggio, con la gente che vedendo le tende piazzate si era attivata per portarci cibi e bevande e anche i seguenti Campo Gaggio con concerti, eventi musicali e culturali, un modo nuovo per far vivere questi luoghi. Ricordo con molto piacere anche le tantissime serate e i gazebi per fare informazione, così come i tanti momenti istituzionali per portare in ogni ambito la voce della brughiera: Palazzo Marino, il Pirellone, il Ministero dell’Ambiente”.

Malpensa e il suo sviluppo: quali sono le questioni ancora aperte riguardo alla convivenza con lo scalo?

“La questione aperta è l’attuale Master Plan 2035, il nostro contributo insieme a quello di tante associazioni e cittadini ha salvato ancora la brughiera, ottenendo che l’espansione della Cargo City si facesse all’interno del sedime aeroportuale. Oggi bisogna arrivare a dare un limite alla movimentazione delle merci e dei passeggeri, calcolando fino a quanto questo territorio può sopportare inquinamento acustico e atmosferico, danni per la salute umana, parallelamente c’è la vicenda del riconoscimento della brughiera come Sic/Zps su cui non intendiamo arretrare di un millimetro. Noi continueremo a fare opera di informazione e sensibilizzazione, continueremo a passeggiare in via Gaggio, in brughiera per farla conoscere a quelli che non la conoscono ancora. Via Gaggio e la brughiera hanno ancora una storia da raccontare e continueremo noi a prestare loro la nostra voce”.

Una previsione: tra 20 anni come vorreste vedere l’area di via Gaggio?

“Ci piacerebbe vederla com’è oggi, percorsa da nonni con i passeggini, ciclisti, runner, scolaresche, semplici cittadini sette giorni su sette, trecentosessantacinque giorni su trecentosessantacinque con qualsiasi tempo. Una strada, quella del Gaggio, che pulsa ancora di vita e una brughiera ancor più ricca di biodiversità e di vita. Ovviamente ci impegneremo per fare sì che questo accada”.

E oggi di nuovo si cammina, l’appuntamento è alle 14,30 nella frazione di Tornavento al parcheggio del Centro Parco Ex Dogana, dove tutto 15 anni fa è cominciato.