ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Elis Ferracini, burattinaio con la valigia: "Così parlo al cuore di tutti"

Busto Arsizio, è in partenza con le sue “creature”

Elis Ferracini (Newpress)

Busto Arsizio, 6 agosto 2017 - Una valigia nera, consumata dal tempo e dai viaggi. In quella valigia c’è tutto il mondo fantastico di Elis Ferracini, burattinaio. Ferracini, 51 anni, maturità classica, studi universitari abbandonati a pochi esami dalla laurea per seguire la passione per quest’arte antica, con quella vecchia valigia gira dal 1992 l’Italia, da Trento a Siracusa, incantando grandi e piccini con le storie di cui sono protagonisti i suoi compagni di viaggio, i burattini dell’Allegra Brigata. Numerosi sono i premi che ha ricevuto in questi anni, tra cui quello di Burattinaio più bravo d’Italia, il Silvano d’oro. A maggio di quest’anno un altro riconoscimento a Ferrara per l’impegno nel teatro civile con il testo “Storia di Imelda” in collaborazione con Maurizio Mantani. Questo mese, dal 19 al 27, sarà a Sorrivoli (Forlì-Cesena) protagonista con altri artisti della Festa dei burattinai, che compie trent’anni.

Ferracini, in un mondo dominato dalla tecnologia, i burattini affascinano ancora?

«Certo, se non fosse così non continuerei a fare il burattinaio, una passione che mi ha trasmesso mio papà Rimes , operaio, che lo faceva per hobby girando nei paesi per le feste. Quand’ero bambino mi affascinavano le sue storie, da adulto è germogliata la passione che è ancora la stessa di quando ho cominciato, nel 1992, proprio con una storia di mio papà. Subito dopo sono arrivati i miei personaggi, Fanfurla e poi Cencio e poi gli altri, i miei burattini, realizzati a mano da mio papà, i miei compagni di un viaggio meraviglioso che continua grazie a un pubblico che ama quest’arte perché ancora sa comunicare emozioni».

Sembra davvero una sfida coraggiosa al mondo dei video...

«L’arte dei burattini vive perché c’è il pubblico. Bambini e adulti, che sono coinvolti nella storia, partecipano, diventano anzi parte dello spettacolo. E io ogni volta condivido le emozioni con loro attraverso i burattini. Davvero posso dire come “Il Piccolo Principe” che l’essenziale è invisibile agli occhi: lo sguardo deglio spettatori è sul burattino, ma sono i cuori in comunicazione. Io non vedo il pubblico e il pubblico non vede me, ma i nostri cuori si parlano, si avverte il calore umano di cui oggi anche il nostro mondo ha bisogno. Un magia unica, impossibile con la tecnologia».

Il suo personaggio storico è Fanfurla, un perdente, un antieroe, anche questa un scelta controcorrente...

«Fanfurla è un anziano, ci vede e ci sente poco, definiamolo un ultimo nella società, ha una visione del mondo sui generis, eppure riesce a trovare sempre quelle risorse che gli permettono di sconfiggere i cattivi trovando soluzioni che gli consentono di riscattare i suoi limiti. E la sua lezione è di non arrendersi, mai».

Fanfurla non teme di essere sconfitto dalla tecnologia perfetta delle immagini?

«No, non ha paura, Fanfurla e i burattini ci saranno sempre perché l’uomo ha bisogno di emozioni e la loro è l’arte che parla ai cuori senza età».

La vecchia valigia è pronta, prossima tappa Sorrivoli per la festa del burattinai. Buon viaggio a Elis e alla sua Allegra Brigata.