BUSTO ARSIZIO – Molestata sessualmente dal medico di base, che dall’altro giorno è agli arresti domiciliari, per violenza sessuale aggravata, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio su richiesta del pm Martina Melita. La vittima è una giovane donna sudamericana, incinta, che un mese fa, accompagnata dalla figlia del compagno, una bambina di 8 anni, si è recata nello studio del medico di base, un quarantatreenne, per una normale visita al termine della quale doveva ritirare un certificato di malattia. Al momento di entrare nell’ambulatorio il medico l’ha invitata a lasciare la bambina nella sala d’aspetto, perché, spiegava non aveva la mascherina.
Certo non poteva prevedere la donna che cosa avrebbe dovuto subire poco dopo da parte del medico che dopo averla ascoltata per essere informato sulle condizioni di salute è passato ad atteggiamenti che nulla avevano a che fare con la visita medica, si è trovata invece in balia di quell’uomo, che la toccava nelle parti intime rivolgendole frasi volgari a sfondo sessuale, il medico avrebbe anche scattato delle fotografie mentre era nuda.
Una volta sfuggita all’aggressione sessuale la donna si è rivolta ai carabinieri e ha raccontato che cosa era accaduto quel pomeriggio nello studio del medico. Subito sono scattate le indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio che hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari e alla perquisizione dello studio con il sequestro dei dispositivi informatici, un computer e tre cellulari.
Nella cartella "nudità" salvata sul suo computer, sono state trovate 2800 fotografie, tra cui ci sarebbero quelle di 52 pazienti. Il medico già nel 2022 era stato indagato per lo stesso reato, sempre a seguito di indagini svolte dai militari di Busto. Anche in quel caso il dottore era finito nei guai per un episodio in cui aveva palpeggiato una giovane paziente, vicenda per la quale è in corso il processo. Dall’altro giorno è ai domiciliari, per violenza sessuale aggravata. Altre pazienti potrebbero essere state vittime del medico, se così fosse non devono avere alcun timore a rivolgersi ai carabinieri.