Droga a Busto Arsizio, clienti dei pusher si trasformano in spacciatori: scattano gli arresti

I provvedimenti concludono un’inchiesta che ha portato a smantellare due gruppi criminali fra Basso Varesotto e Brianza

Busto Arsizio, 25 giugno 2024 – Fine corsa per due gruppi di spacciatori, composti prevalentemente da cittadini marocchini. Gli arresti eseguiti questa mattina, martedì 25 giugno, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare mettono una prima pietra sull’inchiesta condotta dalla polizia di Stato di Busto Arsizio, con il coordinamento della procura cittadina.

L’asse su cui si muovevano i presunti spacciatori collega il Basso Varesotto alla Brianza. Cocaina e hashish sono le sostanze trattate. 

Parte della droga sequestrata dalla polizia
Parte della droga sequestrata dalla polizia

Gli antefatti

Prima di questa nuova ondata di arresti – che ha riguardato elementi di seconda fila e, soprattutto, clienti divenuti a loro volta spacciatori al dettaglio, forse per pagarsi i loro vizi – gli investigatori avevano messo una serie di mattoni, a dare consistenza al quadro accusatorio.

Quattro le persone indagate nelle scorse settimane: a Cairate in ottobre erano stati arrestati due marocchini domiciliati a Tradate, bloccati mentre cercavano di spostare da un magazzino circa 60 chili di hashish e della cocaina; pochi giorni dopo, a Caponago, in Brianza, erano stati fermati un marocchino residente a Cinisello Balsamo e un tedesco, con il contestuale sequestro di circa 20 chilogrammi di cocaina, nascosti in un autoarticolato e in un’auto.

Gli elementi in comune

Erano loro i “responsabili” dei gruppi criminali, che condividevano terreno d’azione – la zona fra Gorla Minore e Cairate – e alcune “abitudini lavorative”. Erano soliti utilizzare anonimi depositi per stoccare la droga da vendere (in un caso il magazzino nella zona industriale di Cairate e nell’altro un appartamento ad Agrate Brianza). Per trasferire le partite di stupefacenti, poi, impiegavano auto munite di nascondigli da attivare con dispositivi al riparto da occhi indiscreti.

Comune, infine, la scelta di organizzare i gruppi con una rigorosa gerarchia: ai vertici gli organizzatori che tenevano i rapporti con fornitori e clienti; alla base i “cavalli” che si occupavano di trasportare la droga e cederla, venendo ricompensati con uno stipendio mensile.

La “rete commerciale” degli acquirenti-spacciatori di droga era estesa, comprendendo diverse località nelle province di Varese, Milano, Como, Brescia, Bergamo, Monza e Brianza e Alessandria.