Cairate (Varese), 28 febbraio 2024 – Alla fine volevano solo i suoi soldi e per questo lo hanno ucciso. Ventenni, inseriti nella cerchia delle amicizie della vittima. Sono due i presunti responsabili dell’omicidio di Andrea Bossi, 26 anni, massacrato il 26 gennaio nella sua abitazione a Cairate.
Douglas Carolo, 20 anni di Samarate e Michele Caglioni, 21, di Cassano Magnago, amici con la passione per la musica, entrambi senza lavoro, uno dei due con precedenti penali, sono stati arrestati
dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Varese e della Sezione operativa della Compagnia di Busto Arsizio. Ad armarli, secondo le ipotesi dei magistrati, un movente economico. I militari hanno eseguito la misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Busto su richiesta della procura.Sigillo sulle indagini durate quasi un mese. Sono state eseguite anche alcune perquisizioni per trovare ulteriori conferme alle tesi dei pm. In queste settimane è stato sondato ogni aspetto della vita privata della vittima, un ragazzo ben voluto da tutti, per arrivare all’identificazione degli autori dell’omicidio che ha sconvolto due paesi, Fagnano Olona, dove Bossi era cresciuto e dove vive la famiglia e Cairate, dove si era trasferito da pochi mesi.
Le indagini
In campo anche il Ris di Parma per la verifica puntuale degli impianti di videosorveglianza, pubblici e privati, che hanno fornito gli elementi chiave per portare all’arresto dei due accusati che ora dovranno essere ascoltati in carcere dal gip. Il procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Carlo Nocerino, con il pm Francesca Parola, ha parlato delle operazioni che hanno portato al blitz. “L’analisi dei tabulati telefonici e i frame delle immagini dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati della zona hanno permesso – ha detto il procuratore – di ricostruire minuto per minuto la fase antecedente all’omicidio”. Una telecamera con audio di un privato ha consentito di fissare il momento in cui il cane del giovane, chiuso sul balcone, ha cominciato ad abbaiare, forse avendo visto l’aggressione del padrone. Sono le 23.43, l’istante del tonfo, presumibilmente il corpo di Bossi che cade a terra, avvertito anche da una vicina.
Al bancomat
I due indagati sarebbero riconoscibili anche dai frame della videocamera del bancomat al quale alle 4.39 si sono presentati per prelevare il contante con le carte sottratte a Bossi.
Dall’abitazione i due avevano rubato anche gioielli che gli inquirenti sono riusciti in parte a recuperare in quattro distinti Compro oro. Nelle vicinanze dell’abitazione di Cairate i carabinieri hanno inoltre trovato pezzi del cellulare di Bossi, distrutto dai due ventenni. Trovato anche un pesante posacenere sparito dall’abitazione con il quale la vittima sarebbe stata colpita nella prima fase dell’aggressione, prima che gli fosse inferta la coltellata mortale.
Recuperate anche le chiavi dell’abitazione e un mazzo di chiavi che invece era sparito da tempo. Nel corso della perquisizione nelle abitazioni dei due indagati è stato trovato anche un paio di scarpe con tracce di sangue delle quali sarà valutata la corrispondenza con l’impronta lasciata all’interno della casa e repertata dai Ris di Parma. Mercoledì l’arresto dei due giovani, ora in carcere, in attesa dell’interrogatorio.