Gallarate (Varese), 1 novembre 2024 – Il sogno non si è realizzato. Eppure sembrava possibile: con il suo progetto presentato a Roma, Gallarate era pronta a diventare Capitale dell’arte contemporanea del 2026. A un passo dal traguardo, il sogno si è infranto: ha vinto la città siciliana di Gibellina. C’era amarezza ieri nelle parole del sindaco Andrea Cassani, a Roma con l’assessore alla Cultura Claudia Mazzetti e la direttrice del Maga, Emma Zanella, per la cerimonia di proclamazione della vincitrice, annunciata dal ministro Alessandro Giuli. “Con il progetto “La Cultura del Fare. Il Fare della Cultura“ abbiamo valorizzato la nostra città e la nostra storia – ha detto Cassani a margine della cerimonia – in molti ci hanno fatto complimenti». Sogno infranto, ma resta la convinzione in Cassani che “Gallarate si sarebbe meritata, come riconoscimento di oltre 70 anni di attenzione continuativa all’arte contemporanea, questo riconoscimento”.
La polemica
Non è mancata una nota polemica del sindaco leghista verso la città siciliana: “Speriamo che impieghino bene quest’ennesimo contributo statale e questo importante titolo. Gibellina ha sicuramente un patrimonio artistico considerevole nato oltre 50 anni fa, ma ci pare che negli ultimi decenni non si sia resa protagonista di iniziative artistiche contemporanee innovative e degne di nota”. Quindi ha concluso: “Noi siamo contenti del lavoro svolto che ci ha portati ad essere tra le 5 finaliste, ora continueremo a lavorare sull’arte e sulla cultura in modo convinto”.
L’amarezza dell’assessore
Dispiaciuta per la mancata vittoria anche l’assessore alla Cultura, Claudia Mazzetti: “Avevamo realizzato un progetto di valore, continueremo a fare quello che sappiamo fare meglio, ovvero valorizzare l’arte contemporanea e la cultura in città”. I complimenti a Gibellina sono arrivati dall’assessore regionale alla Cultura, la gallaratese Francesca Caruso (Fratelli d’Italia): “È una città che incarna perfettamente il simbolo della rinascita culturale e architettonica e che, dopo il tragico terremoto del 1968, ha saputo risorgere diventando un punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea e l’innovazione creativa”. Quanto a Gallarate la candidatura “ha rappresentato comunque una vittoria, dimostrando come la nostra città, a forte vocazione industriale, possa rivestire un ruolo primario anche nell’arte contemporanea”.