ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Cavallo positivo al doping. Due indagati per frode sportiva

Varese, proprietario e allenatore sono accusati anche di maltrattamento degli animali

Cavallo positivo al doping. Due indagati per frode sportiva

Varese, proprietario e allenatore sono accusati anche di maltrattamento degli animali

Cavallo positivo ai controlli anti-doping, indagati il proprietario e l’allenatore per i reati di frode sportiva e maltrattamento animale. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Varese sono state condotte dai militari dipendenti del gruppo carabinieri forestale di Varese e del nucleo carabinieri forestale di Arcisate, in collaborazione con il Reparto operativo - sezione operativa centrale - tutela agroalimentare di Roma. Secondo quanto ricostruito al termine di una competizione ippica svoltasi all’ippodromo di Varese, durante i controlli anti-doping previsti dal Masaf, le analisi eseguite sui campioni biologici del cavallo, arrivato primo classificato, avevano dato esito positivo al desametasone e all’idrossimepivacaina: farmaci vietati nelle gare equestri perché possono alterare le performance sportive del cavallo, alterando il suo stato psicofisico o mascherando sintomi clinici.

L’utilizzo di particolari medicinali dopanti ha lo scopo di aumentare le prestazioni del cavallo in termini di velocità e resistenza, inibendo il dolore. Venendo meno la stimolazione algica mascherata dal farmaco, il cavallo compie una prestazione che va oltre le capacità imposte dal suo stato psicofisico, mettendo così a repentaglio la sua incolumità e quella del fantino/cavaliere che lo guida. Le indagini hanno evidenziato che in prossimità della gara dolosamente e per raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione, il proprietario e l’allenatore dell’animale, somministrandogli sostanze dopanti, lo hanno sottoposto a trattamenti che possono causare un danno alla salute dell’animale.

Agli animali deve essere sempre garantito il benessere e il diritto di cura e riposo, se il loro stato psicofisico lo richiede, motivo per cui la somministrazione di sostanze dopanti può configurare il reato di maltrattamento a danno degli animali, contestato in questo caso sia al proprietario che all’allenatore.