di Rosella Formenti
Anche oggi e domani, dalle 11 alle 13, saranno in presidio davanti all’aerostazione i dipendenti del Gruppo Fabbro, la società che gestisce la mensa interaziendale al Terminal 1 di Malpensa, che ha avviato la procedura di licenziamento per le lavoratrici e i lavoratori, dopo la decisione di Sea di chiudere il servizio.
Ieri con uno sciopero per l’intera giornata e il presidio dalle 11 alle 13 davanti all’aerostazione, promosso da Filt e Filcams Cgil di Varese, è cominciata la mobilitazione per difendere il posto di lavoro e la continuità del servizio mensa, la cui chiusura priva i lavoratori dell’aeroporto di un servizio fondamentale.
"Non è accettabile la decisione di chiudere la mensa – hanno ribadito i dipendenti, la maggior parte donne, e i rappresentanti sindacali –. Oggi siamo qui per difendere il nostro lavoro, vogliamo che la mensa resti a Malpensa e che il servizio, vista la decisione del gruppo Fabbro, passi ad altri, ma la chiusura totale no!". Lo stop in un primo tempo era previsto al 30 settembre ma è stata ottenuta una proroga al 30 novembre. "Dal primo dicembre saremo senza lavoro, la situazione per tutti noi è drammatica, in un momento già così difficile con tutti i rincari delle bollette".
L’età media delle lavoratrici è intorno ai cinquant’ anni, "non è facile ricollocarsi, cosa facciamo? Lo stipendio in famiglia è necessario" sottolineava una di loro, Maria, da oltre vent’anni occupata nella mensa. La preoccupazione era evidente: "Viviamo nell’angoscia, ancora due mesi e poi? L’affitto o il mutuo come lo paghiamo? La mensa non deve chiudere". Uno stop che penalizzerà i tanti lavoratori aeroportuali che ogni giorno usufruiscono del servizio.
L’alternativa a cui stanno guardando alcune aziende è la ristorazione commerciale ma, fanno rilevare Filt e Filcams, "i prezzi sono altissimi, non alla portata dei lavoratori che ogni giorno fanno funzionare lo scalo".
Oggi e domani i dipendenti di Fabbro saranno di nuovo in presidio, nel frattempo, fa sapere Livio Muratori, segretario di Filcams Cgil di Varese "ci rivolgeremo al comune di Milano, maggior azionista di Sea, e al sindaco Sala: devono intervenire".