Biandronno (Varese), 12 marzo 2020 - Hanno scioperato per tutta la giornata di ieri i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Cassinetta. L’astensione è stata proclamata dalla Rsu per protestare contro il mancato accoglimento da parte dell’azienda di una proposta che era stata avanzata nella serata di martedì. I rappresentanti dei lavoratori avevano chiesto alla proprietà di poter chiudere lo stabilimento tre giorni per adeguare la situazione della fabbrica all’evolversi dell’emergenza coronavirus. L’obiettivo della fermata per la Rsu era quello di tutelare la salute dei dipendenti, permettendo all’azienda di introdurre misure volte a ridurre la presenza degli operai, con una diminuzione dei ritmi produttivi. In particolare si chiedeva di riorganizzare cicli di lavoro e cadenze, struttura dei turni, uso degli spazi comuni e fornitura di dotazioni necessarie alla protezione personale. Whirlpool ha risposto di no: da qui la decisione di scioperare, in attesa di vedere come si evolverà la situazione a breve.
"Nei giorni scorsi – spiega Tiziano Franceschetti della Rsu Fim Cisl – abbiamo collaborato con l’azienda per trovare delle soluzioni in termini di sicurezza, ma oggi la situazione è talmente critica che si fa fatica a continuare l’attività lavorativa, a causa della tensione che c’è tra i lavoratori". L’aumento dei casi di contagio sul territorio preoccupa molto gli operai, che auspicano che il Governo decida di chiudere tutte le attività produttive, una richiesta giunta da più parti in queste ore. Una situazione che non riguarda solo Whirlpool. "Questa preoccupazione è presente in tutta la filiera, dalle piccole alle grandi realtà – osserva Paolo Carini, segretario della Fim Cisl dei Laghi – non ci sono aziende in grado di garantire al 100% la sicurezza, la struttura dei luoghi di lavoro è costruita su logiche produttive.
I lavoratori non capiscono perché non possono uscire la sera ma di giorno si trovano negli spogliatoi con 10 persone, nei laboratori con altre 20 e in mensa con 300 colleghi". Intanto in altri grandi fabbriche della provincia si continua a lavorare, come negli stabilimenti di Leonardo. "La produzione sta continuando ma a rilento – spiega Fabio De Rosa, coordinatore Uilm a Cascina Costa – nei giorni scorsi c’è stata un’iniziativa spontanea dei lavoratori per le mancate risposte da parte di Roma alle loro richieste e dopo 14 giorni i primi risultati sono arrivati". È stato così ampliato lo smart working, e sono aumentati i permessi per chi ha necessità di accudire i figli.