LORENZO CRESPI
Cronaca

"Bollette a rate o chiudo", l'imprenditore della fonderia si appella a Draghi

Varese, l'allarme con le spese triplicate. Il prefetto gira la richiesta a Roma. Summit urgente con le categorie. "Gli ordini ci sono, ma c’è chi sta già chiudendo"

Allarme in fonderia per costi energia

Varese - «O mi aiutate a rateizzare la bollette oppure mi staccheranno la corrente e tutti noi perderemo il lavoro". È partito dal profondo Nord ed è arrivato fino a Roma il grido d’allarme di un imprenditore lombardo, che ancora non vuole svelare il proprio nome e le proprie difficoltà, messo in ginocchio dal rincaro vertiginoso del prezzo dell’energia. La testimonianza è quella del titolare di un’azienda di Varese che si occupa della fornitura di fusioni in ghisa per l’industria. Di fronte all’aumento insostenibile ha deciso di rivolgersi al prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, che ha segnalato la situazione alla Presidenza del consiglio dei ministri e ai ministeri interessati.

Un caso emblematico della strettoia in cui si trovano tante aziende. Basta analizzare i dati delle bollette della sua impresa per capire l’impatto del caro energia sulle prospettive a breve termine dell’imprenditore che ha lanciato l’allarme: nel periodo gennaio-agosto 2021 l’importo pagato è stato di 960mila euro per quasi 10 milioni di kilowatt ora consumati, mentre negli stessi mesi del 2022 la cifra è salita fino a 2 milioni e 428mila, per un consumo minore, di circa 6 milioni e mezzo di kilowatt ora. A parità di consumi dunque l’incremento dei costi è stato del 337,5%. Ma l’imprenditore non ha voluto denunciare solo l’aumento, ma anche il trattamento che gli ha riservato il fornitore di energia elettrica.

"A seguito della richiesta di una rateizzazione sostenibile – scrive il prefetto nella lettera a Roma – gli è stato proposto un piano eccessivamente oneroso per le finanze dell’azienda ed è stato informato che se non dovesse rimborsare il debito entro 30 giorni provvederanno all’interruzione della fornitura". Un’eventualità che costituirebbe un’ulteriore problema per l’imprenditore, che necessiterebbe di almeno 10 giorni lavorativi di tempo per mettere in sicurezza gli impianti, altrimenti il rischio è quello di esplosioni o incendi che potrebbero compromettere la sicurezza pubblica. A partire dalla drammatica testimonianza il prefetto ha voluto vederci chiaro e approfondire il problema, convocando intorno ad un tavolo i rappresentanti del mondo produttivo varesino, le associazioni professionali e i sindacati.

"Abbiamo tanti ordini ma ci sono aziende che chiudono perché non è più economico produrre con questi costi dell’energia", ha sottolineato il presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi. Il presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi ha rimarcato l’urgenza di misure immediate. "È necessario intervenire nelle prossime settimane, perché altrimenti nei prossimi mesi queste aziende non ci saranno più". Per Stefania Filetti, segretaria della Cgil di Varese, "se non ci saranno interventi sarà peggio del lockdown".