
I dati sulla popolazione
Varese, 20 ottobre 2018 - Per il quarto anno consecutivo la crescita demografica in provincia di Varese è pari a zero, (per la precisione lo 0,05%), per un totale di 890.528 abitanti. Le statistiche, rilasciate dalla Camera di Commercio bosina, confermano che il trend negativo iniziato nel 2015 non dà segni di cedimento ed è ancor più allarmante se si considerano i dati degli ultimi dieci anni, in cui solo una volta (nel 2014) è stato superato il tasso dell’1%. Lo scorso anno l’indice è stato persino al di sotto dello zero, segnando un lievissimo calo della popolazione, pari a 47 persone.
Il dato allarmante si coniuga comunque con un’elevata densità di popolazione (743 abitanti per chilometro quadrato, quasi 4 volte la media italiana), che trova il suo picco nel Comune di Saronno (con 3.555 abitanti per chilometro quadrato). Il Comune più popoloso risulta invece Busto Arsizio, che annovera oltre 83mila residenti, mentre il meno abitato è Duno con 125 persone. A livello demografico si assiste a una netta spaccatura tra Alto e Basso Varesotto, nel quale sono collocati ben 18 paesi con più di 10mila cittadini. In Lombardia il peggior rilievo demografico è stato segnato dalla provincia di Cremona, con il -0,29%, mentre il migliore da Monza con il +0,32%. A destare preoccupazione resta il fatto che ben sei province (Lodi, Sondrio, Mantova, Cremona, Pavia e Brescia) abbiano un rapporto minore di zero, che si concilia con quello nazionale dello -0,13%. La speranza di vita a Varese è piuttosto alta (85 anni le donne e 81 gli uomini), l’età media è invece di 45 anni. Ma un riscontro critico è fornito dall’elevato indice di vecchiaia: 171,2 punti, ossia ogni 171 persone con più di 65 anni di età ci sono 100 giovani under 14.
Riguardo agli stranieri, la loro presenza è di circa 75mila unità (l’8,5% della popolazione totale), con un aumento pari all’1,4%. Studiando gli altri campi statistici, un dato estremamente preoccupante riguarda il numero di laureati (87.800), abbassatosi del 4,57%. Ciò significa che nella nostra provincia meno di una persona su dieci consegue un titolo di studio dopo il diploma. Inoltre ben 383mila soggetti non hanno terminato gli studi dopo la scuola dell’obbligo, fermandosi alla licenza media. Il dato più rassicurante proviene invece dal mondo del lavoro. Negli ultimi tre anni la percentuale di occupati è salita costantemente fino a raggiungere i livelli pre-crisi del 2008, con il 67,6%, staccando di ben 10 punti la media nazionale e registrando il terzo miglior risultato nell’ambito regionale.