
È una lunga scia di sangue quella legata al mondo dello spaccio nei boschi dell’altomilanese. Lo scorso 7 maggio venne ritrovato, lungo una piazzola della superstrada Boffalora Malpensa tra Vanzaghello e Lonate Pozzolo, nel territorio di quest’ultimo Comune, il cadavere di un giovane letteralmente massacrato. Le indagini si complicarono da subito. Fu difficile anche identificarlo perché le impronte digitali non risultavano in banca dati e nessuno fu in grado di fornire informazioni. Soltanto grazie alle immagini dei tatuaggi diffuse dagli investigatori alcuni giorni dopo si riuscì a dare un nome a quell’uomo. Il padre si rivolse ai carabinieri di Corsico per denunciare la scomparsa del figlio, di cui non aveva notizia da giorni. Recatosi in caserma gli sottoposero le immagini dei tatuaggi che lui riconobbe senza alcun dubbio come quelli del figlio.
La vittima era un giovane di 34 anni di nazionalità marocchina, arrivato da poco in Italia e senza fissa dimora. Le indagini stanno continuando per capire quante persone possano essere legate a quel delitto. Nel mese di gennaio del 2019 un 54enne senegalese, noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti legati alla droga, venne assassinato a colpi d’arma da fuoco a Rescaldina. Il responsabile di quel delitto è stato condannato in contumacia e si rifugiò in Marocco. Alcuni mesi dopo quel delitto un 30enne, anche lui di origini marocchine, venne gambizzato nei boschi del Rugareto. Anche in quel caso si trattò di un regolamento di conti legato al mondo dello spaccio. G.M.