CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Davide Fontana: "Così ho ucciso Carol Maltesi. Vorrei azzerare quel che ho fatto"

In aula durante il processo ha raccontato come l'ha presa a martellate e sgozzata durante la registrazione di una scena hard

"Darei la vita per poter cancellare quello che ho fatto". In aula le parole di Davide Fontana, il killer di Carol Maltesi, la 26enne brutalmente uccisa e fatta a pezzi, rimbombano come macigni. Il racconto della morte della donna è stato interamente ripercorso durante la nuova udienza andata in scena a Busto Arsizio, durante la quale l’assassino ha ripercorso quel tragico 11 gennaio, data della morte della ragazza avvenuta nel suo appartamento in via Barbara Melzi a Rescaldina.

"Quella mattina dovevamo fare due video da girare col mio cellulare che era stato posizionato su un cavalletto vicino alle scale del primo piano. Lei durante il secondo video ha ricevuto un messaggio di Salvatore e quindi una telefonata dal padre di suo figlio nella quale l’ex compagno spiegava di avere il Covid e parlava della scuola del figlio". Poi la scena era ripartita con la donna a terra con le mani legate dietro la schiena, un pezzo di scotch sulla bocca e un sacco in testa. Il martello usato per ucciderla era sul mobile. Doveva essere una scena molto spinta, in teoria costruita per un "supercliente" di Only Fans, che in pratica era sempre Davide Fontana, che si era finto cliente della ragazza.

"La scena del video prevedeva di darle alcuni colpetti sulle cosce e quindi sulla pancia - racconta l’imputato -. Poi io ho iniziato a colpirla sulla testa. Io il suo volto non l’ho più visto perché era coperto ed il cappuccio non gliel’ho tolto. Poi ho alzato il cappuccio e mi sono reso conto che l’avevo uccisa". Fontana scende quindi in cucina e prende un coltello, modello giapponese, e le taglia la gola. "Volevo toglierle la sofferenza. Poi ho camminato avanti e indietro nella stanza, terrorizzato. Quindi ho mandato un messaggio a Salvatore, il suo fidanzato, scrivendo finito col cellulare di Carol". Poi il racconto si fa sempre più macabro: "Il corpo ho iniziato a tagliarlo qualche giorno dopo, ho utilizzato in seghetto per metalli, mentre il martello e il coltello li ho buttati in un cestino pubblico. Ci ho messo tre giorni. Morirei io stesso per riportare Carol in vita. Non ho premeditato nulla. Lotterò fino alla fine dei mie giorni per riparare, per riabilitarmi come essere umano".