ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Uccise Carmela Fabozzi, le rubò i gioielli e se ne andò in vacanza. A processo Sergio Domenichini

La pensionata, 73 anni, fu colpita sulla testa con un vaso a scopo di rapina. L’imputato, 67 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato. I familiari della donna si sono costituiti parte civile

La casa del delitto; nel riquadro, Carmela Fabozzi

La casa del delitto; nel riquadro, Carmela Fabozzi

Il processo per l’omicidio di Carmela Fabozzi, la pensionata di 73 anni, uccisa a Malnate nel luglio dello scorso anno per rapina sarà celebrato in corte d’Assise a Varese il 20 settembre prossimo, lo ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare di Varese Stefania Pepe.

L’imputato Sergio Domenichini, 67 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato da abbietti e futili motivi, crudeltà a minorata difesa.

Quindi per il reato di cui è accusato, l’uomo dovrà rispondere dinanzi a un collegio composto da sei giudici popolari e due togati competenti per i reati più gravi. Accusato di favoreggiamento personale l’amico, Antonio Crisafulli, 63 anni, che avrebbe accompagnato in auto Domenichini, ancora sporco di sangue, secondo l’accusa, a disfarsi prima dei cellulari della pensionata, gettati nel fiume e poi in un compro oro del capoluogo per vendere catenine e anelli sottratti alla donna, ieri è stato condannato a un anno e 4 mesi.

Per Crisafulli che si è sempre dichiarato innocente, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 8 mesi, il gup Stefania Pepe ha quasi raddoppiato la pena. Il prossimo 20 settembre Domenichini affronterà invece la Corte d’Assise. Il sessantasettenne, che ha alle spalle numerosi precedenti, è stato arrestato il 20 agosto scorso 2022 al ritorno dalle vacanze al mare.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’anziana fu uccisa a scopo di rapina nella mattinata del 22 luglio 2022 tra le 9 e le 10, Domenichini era stato visto da alcuni residenti nella casa di cortile, in via Sanvito, nel centro storico di Malnate, quindi era ritornato sul luogo del delitto intorno a mezzogiorno, chiedendo notizie della pensionata, per procurarsi un alibi.

Dalle indagini è emerso che la donna è stata uccisa con nove colpi alla testa inferti con un vaso, ritrovato su un mobile vicino all’ingresso dell’abitazione, sul quale sono state rilevate le impronte dell’indagato.

Presenti ieri in aula, provati dal dolore, il figlio e la nipote della pensionata, che si sono costituiti parte civile.