Peggiora la crisi della coalizione di centrosinistra che sostiene il sindaco Augusto Airoldi. L’elezione di Marta Gilli come presidente del consiglio comunale non garantisce il 13° voto necessario alla maggioranza per governare e ha provocato non pochi mal di pancia nel Pd, dove il capogruppo Francesco Licata (nella foto) si è dimesso come presidente e componente delle commissioni Bilancio e Urbanistica. Gilli ha parlato del suo riavvicinamento al sindaco che aveva definito "non inclusivo", per cui aveva votato la mozione di sfiducia del centrodestra, ma ha anche precisato: "La mia presidenza non è politica: il ruolo impone neutralità nell’interesse esclusivo della nostra città. Ciò, ovviamente, significa equidistanza dalle dinamiche partitiche e rispetto per la diversità delle posizioni politiche".
Insomma nessuna certezza sul sostegno di cui la maggioranza ha bisogno, alla luce delle prime crepe. Nella votazione a scrutinio segreto per la presidenza ci sono state due schede bianche che hanno permesso a Gilli di essere eletta solo con il voto di Agostino De Marco (FI).
Una posizione che ha suscitato una dura presa di posizione del segretario degli azzurri Simone Longhini, che ha rimarcato l’appartenenza di Forza Italia al centrodestra, ma anche tante perplessità nel Pd, dove la prospettiva di un’alleanza con il partito di Tajani non è visto di buon occhio. Punta dell’iceberg del malcontento l’uscita dalle commissioni del capogruppo Licata, che ha platealmente lasciato la sala dopo l’elezione di Gilli, malgrado fosse vicepresidente. Sara Giudici