Varese – Il disagio giovanile è un problema che emerge in maniera forte sul territorio varesino. Un tema di cui si stanno occupando le istituzioni con il coordinamento della Prefettura guidata da Salvatore Pasquariello, che ha messo in rete i diversi attori con l’obiettivo di prevenire le situazioni estreme, puntando su progetti culturali e di crescita personale come Ragazziontheroad che si è svolto già con due edizioni in provincia. Fondamentale la collaborazione tra il mondo sanitario e quello giuridico, impegnati quotidianamente a fronteggiare casi di minori violenti. Ecco perché l’Asst Sette Laghi ha voluto invitare una platea di medici, psicologi, educatori, assistenti sociali e insegnanti a un incontro di approfondimento. Cristiano Termine, responsabile della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Del Ponte, ha aperto i lavori con i dati nazionali che mostrano una crescita: nel 2023 sono stati 1.143 gli ingressi nei 17 Istituti penali per minorenni presenti in Italia. Il numero più alto degli ultimi 15 anni.
E Varese non fa eccezione. “La problematica è sicuramente in crescita – ha detto Termine – Siamo ingaggiati sempre più frequentemente in emergenze che arrivano in ospedale o per esplosioni comportamentali in Pronto soccorso, dove dobbiamo dare una risposta immediata a una situazione acuta oppure tante altre volte attraverso i Tribunali dei minori che attenzionano delle situazioni che poi attraverso i Servizi di tutela minori dei Comuni arrivano alla Neuropsichiatria infantile per la valutazione”.
La fonte di disagio è variegata, così come le azioni compiute dai giovani. Aggressioni efferate, violenze sessuali, atti persecutori e maltrattamenti in famiglia sono alcuni degli scenari più emergenti. “Un fenomeno che mette in difficoltà le strutture sanitarie”, ha aggiunto il professore.
La risposta giuridica a sua volta è tutt’altro che semplice, come ha spiegato Raffaele Bianchetti, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano. “Sono aumentate tra i minori rapine e violenze sessuali e poi ci sono i crimini efferati. Il numero degli omicidi non è così in crescita negli ultimi anni, ma alcuni fatti di cronaca stupiscono, ci fanno interrogare e pongono questioni soprattutto sul piano della prevenzione. Le risposte del legislatore a volte incidono profondamente in maniera non così mirata rispetto a quello che sarebbe l’intento di partenza. E gli istituti penali per minorenni sono in sofferenza”.