Come evitare la retorica e le derive commerciali, e al contrario fare un focus su ciò che le donne hanno lasciato alla comunità in vista dell’8 Marzo? Parliamo nello specifico della comunità di San Giorgio su Legnano e di un progetto nato da Laura Agnoletto Baj (nella foto), filosofa, una lunga esperienza come designer curator a Milano e la docenza di antropologia culturale allo Ied di Como. "Volevo restituire un senso più profondo alla data – ci dice al telefono –, così ho invitato la cittadinanza a raccontarmi storie di donne portatrici di valori, azioni, iniziative spese per il piccolo paese. L’obiettivo è leggerle in una serata pubblica e poi raccoglierle in una pubblicazione".
Al momento ne sono arrivate tre, ma la raccolta va avanti ed è ancora aperta. A fianco della dottoressa Agnoletto Baj c’è l’assessora alla Cultura del Comune, Cristiana Comerio, che sta collaborando perché il libro nasca. E poi c’è una mail, a cui inviare il materiale, testi e foto: sport@sangiorgiosl.org diversamente si può consegnare tutto a mano, in Comune. "Forse le persone sentono di non avere delle esperienze importanti da raccontare, magari ritengono che nella loro famiglia o nella cerchia delle loro conoscenti non ci siano delle esistenze così degne di attenzione – prosegue –. Non stiamo cercando eroine, ma donne che hanno dato un contributo al paese con il loro operare".
Una delle tre storie raccolte? "Quella di Maria Vignati, nata a San Giorgio il 6 giugno 1912, conosciuta in paese come “Maria Piasora”, piazzetta sita in via Diaz, di fronte al cortile in cui era nata e aveva vissuto, un modo per riconoscerla rispetto alle altre donne che portavano lo stesso cognome. In paese era anche nota come la “Maria dei cartoni”, perché con un’iniziativa personale aveva messo in piedi un’attività di recupero carta, cartoni e ferri vecchi. I soldi raccolti venivano destinati alle necessità delle suore missionarie native di San Giorgio". Si potrebbe dire: economia circolare ante litteram. "La Maria dei cartoni, informato il parroco e avuto il suo via libera, incominciò a girare in paese con un vecchio furgoncino regalatole per aiutarla nella raccolta. I sangiorgesi la chiamavano sempre più spesso. Una volta a settimana partiva per la pesa pubblica, registrava su un quadernetto le operazioni, le somme accantonate venivano consegnate al parroco per le suore. Le richieste di sgombero aumentarono, due pensionati arrivarono a darle man forte. Portò avanti l’attività dal 1966 al 1988". Aveva anticipato la raccolta differenziata di almeno un ventennio, e riassunto in sé i concetti di sostenibilità, condivisione, prestito, riutilizzo e riciclo.