ANDREA GIANNI
Cronaca

Droni russi, rilevati altri sorvoli nella no fly zone del Varesotto successivi a quelli di marzo

Nessun avvistamento ma i sistemi di sicurezza del Centro di ricerca europeo di Ispra hanno captato nuove frequenze “anomale”. Inquirenti al lavoro per capire se siano davvero riconducibili al transito di droni o se invece siano “falsi positivi”

La Procura di Milano indaga su un drone russo che ha sorvolato l'Ispra, sede del Joint research centre dell'Ue, sul Lago Maggiore.

La Procura di Milano indaga su un drone russo che ha sorvolato l'Ispra, sede del Joint research centre dell'Ue, sul Lago Maggiore.

Investigatori e inquirenti stanno portando avanti accertamenti anche su altri possibili passaggi del drone di sospetta fabbricazione russa nel Varesotto, successivi ai sei sorvoli in cinque giorni nella “no fly zone“ intercettati a marzo dal centro di ricerca Jrc della Commissione europea e anche all'apertura dell'inchiesta da parte della Procura di Milano.

Non ci sono testimoni oculari, fotografie o video dell’apparecchio, ma solo frequenze captate dai sistemi di sicurezza in un’area dove, oltre al centro di ricerca sulla sponda lombarda del lago Maggiore, sorgono altri siti strategici come gli stabilimenti del colosso della difesa Leonardo.

++ Indagini, 'dall'analisi delle frequenze il drone è russo' ++
Veduta panoramica della zona dove sorge il Joint research centre di Ispra (Varese), 31 marzo 2025. ANSA/ ENZO LAIACONA

Gli inquirenti devono quindi accertare in primo luogo se i passaggi rilevati - i sei già noti e quelli successivi all'apertura dell'inchiesta e tracciati sempre con le radiofrequenze - siano davvero riconducibili al transito di droni o siano "falsi positivi" del dispositivo informatico.

Una delle piste delle indagini resta quella di una presunta operazione di spionaggio portata avanti da una "mano filorussa”. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Alessandro Gobbis e condotta dal Ros dei carabinieri, ipotizzando il reato di spionaggio politico o militare, aggravato dalla finalità di terrorismo con condotte di “grave danno” all’Italia.

I già noti passaggi del drone sono stati ricostruiti in una denuncia dei responsabili della sicurezza del centro di ricerca, presentata ai carabinieri di Varese e arrivata come segnalazione in Procura a Milano il 28 marzo, con l’attivazione anche del Ros. C’è stata pure una trasmissione di atti tra i pm di Milano e quelli di Varese. È stato il software di un captatore del Jrc a rilevare quelle basse frequenze compatibili con sorvoli di un drone di produzione russa. Le indagini, quindi, proseguono per ricostruire i contorni della vicenda e accertare in primo luogo l'esistenza del drone, escludendo l'ipotesi di "falsi positivi".