MARIA GRAZIA LEPORATI
Cronaca

Ecco la guerra raccontata dai bambini

Le riflessioni degli studenti della scuola Ima e la proposta di speranza: il dialogo come soluzione ai conflitti

La pace ha un solo volto e tanti simboli che la definiscono

La pace ha un solo volto e tanti simboli che la definiscono

Tutti a scuola studiano le guerre imparando le cause e le conseguenze di questi avvenimenti che hanno coinvolto per anni l’intera umanità. Ma perché si studiano?

La guerra, per definizione, è una lotta armata tra Stati che nasce per interessi ideologici, politici e, soprattutto, economici.

Nel corso della storia ci sono stati moltissimi conflitti, che hanno coinvolto anche tutto il mondo. Basti pensare alla Prima guerra mondiale, in cui per l’Italia hanno combattuto circa 6 milioni di soldati e ne sono morti circa 3 milioni, quindi almeno la metà.

La guerra è molto dolorosa sia fisicamente che psicologicamente: le persone che hanno vissuto in un periodo bellico hanno ancora oggi dei traumi che si porteranno dietro per tutta la vita.

Ecco perché è importante evitarla: la guerra uccide e spezza cuori di molte persone innocenti, divide le famiglie, porta fame e miseria.

Ma non accade “solo” questo. Vengono distrutti anche ospedali, scuole e strutture di vitale importanza e i diritti dell’uomo vengono violati totalmente: molti non hanno più una casa, un posto dove imparare o dove curarsi. Un posto, insomma, dove vivere sereni.

Gli alunni della classe 5^B della scuola "Maria Ausiliatrice" di Castellanza hanno deciso di intervistare i loro parenti che realmente hanno vissuto la guerra o che hanno avuto testimonianze dirette, per scoprire cosa è accaduto e per conoscere le loro emozioni e i loro sentimenti a decenni di distanza dal conflittto.

"Dopo la guerra ci sentivamo liberi e desideravamo anche un po’ di normalità, ma avevamo anche un senso di vuoto, provocato dalla visione delle nostre città distrutte”: ecco una testimonianza che ha permesso ai bambini di 5ªB di riflettere sul presente e su quanto sono fortunati loro a poter vivere una vita in libertà, in cui i loro diritti sono garantiti.

"Non potrò mai dimenticare i forti rumori dei bombardamenti e le urla delle persone in strada", ha anche dichiarato la nonna di una bambina.

Infine, hanno deciso di intervistare gli altri studenti della scuola, per conoscere ciò che i bambini pensano su questo tema: "Le guerre sono brutte ma l’importante è restare abbracciati con il cuore".

Questo dimostra come anche i più piccoli siano consapevoli delle atrocità che accadono intorno a loro. Ogni tanto bisognerebbe imparare dall’innocenza dei bambini.

Dunque, le guerre aiutano a non dimenticare fatti brutti o addirittura tragedie in cui sono morte tantissime persone. Ma oltre a questo, ci insegnano ad essere responsabili capendo che con le armi non si risolve niente, ma piuttosto bisogna discuterne a parole, proprio come viene insegnato in classe.