Ispra (Varese), 12 ottobre 2018 - Condannato all’ergastolo in via definitiva: libero dopo quasi 30 anni di carcere. «Non sono il responsabile di quegli omicidi. Ho ancora un po’ di tempo davanti e posso rifarmi un pezzo di vita». Fine del “fine pena mai”, la formula scritto sull’ordine di esecuzione consegnato a chi viene condannato all’ergastolo, per Alfonso Figini, 61 anni, originario di Ispra, da poche ore tornato a essere un uomo completamente libero. «Un caso estremamente raro – sottolinea il suo avvocato Augusto Basilico - In Italia possiamo considerare l’epilogo della vicenda giudiziaria del mio assistito una rarità». Figini fu arrestato in Lussemburgo nel 1992 con l’accusa di essere il mandante di un duplice omicidio. L’uomo all’epoca era già stato coinvolto in reati, sempre commessi in Lussemburgo, di alto profilo: ingenti furti di gioielli e traffico di droga. Contestazioni che l’uomo ha ammesso: «Ho avuto un passato turbolento», ripete spesso. Per quel duplice omicidio, però, si è sempre dichiarato innocente. «Il mio assistito - ripete il legale - non ebbe niente a che fare con la vicenda».
A puntare il dito contro di lui, allora, fu un pentito. «Per alleggerire la sua posizione - spiega Basilico – disse che anche il mio assistito era coinvolto nei delitti in qualità di mandante. Figini, in realtà, per quelle morti si è sempre proclamato innocente, pur avendo ammesso di essere l’autore di altri reati commessi in passato». Nel 1999 arriva la condanna: tre rogatorie internazionali e la Corte d’Assise di Varese in trasferta in Lussemburgo per ascoltare alcuni testimoni. Ergastolo. La norma prevede che, fatti salvi alcuni cardini imprescindibili, quali l’assoluta buona condotta durante la detenzione e il comprovato reinserimento sociale, il detenuto ergastolano possa chiedere la cessazione del periodo di libertà vigilata.
«È quello, in sintesi, che abbiamo fatto noi – spiega Basilico – Il mio assistito ha dimostrato di essere in possesso di tutte le caratteristiche. La procura di Varese si è opposta ma il tribunale, viste le più recenti sentenze di Cassazione, ci ha dato ragione. Figini è completamente libero». Un uomo singolare il sessantunenne di Ispra. Tre lauree, l’ultima, in ingegneria meccanica conseguita mentre era nel carcere di massima sicurezza a Prato (primo italiano a conseguire questo attestato dietro le sbarre). Sette lingue parlate fluentemente. Un libro pubblicato “Lupo Alpha”, che gli è valso una certa notorietà. E soprattutto un lavoro come assistente, dopo la laurea in ingegneria meccanica, all’università di Firenze. Ora, anche la libertà da godersi in pieno. Ma per lui conta sempre e soltanto una cosa: «Per quelle morti sono innocente».