GABRIELE MORONI
Cronaca

Fabio Limido massacrato con venti coltellate, fatale un fendente al collo. Cosa dice l’autopsia sull’ex suocero ucciso

Delitto di Varese: Marco Manfrinati si sarebbe posto a cavalcioni del 71enne, che nel frattempo era caduto e si trovava disteso, inerme, sferrandogli colpi alla schiena e al collo

Marco Manfrinati (a sinistra) e Fabio Limido

Varese – Una ventina di ferite da arma da taglio. Una è stata quella mortale: il fendente, sferrato fra collo e torace, ha provocato l'emorragia risultata fatale. E' iniziata alle nove e mezza di oggi e si è protratta per nove ore l'autopsia su Fabio Limido, l'imprenditore 71enne accoltellato a morte dall'ex genero Marco Manfrinati, nel primo pomeriggio di lunedì, in via Ciro Menotti, nel quartiere varesino di Casbeno. E' stata eseguita dal medico legale Chiara Rossetti, nominato dalla procura.

A Manfrinati era stato sequestrato un coltello a serramanico a scatto della lunghezza di 23 centimetri, di cui 10 di lama, Il primo atto, nel pomeriggio di ieri è stata la Tac sul corpo della vittima per accertare la presenza di eventuali fratture provocate dall'urto con l'auto di Manfrinati. Una ipotesi che gli esami radiologici avrebbero escluso.

Secondo l'accusa, Manfrinati ha ucciso l'ex suocero "sferrandogli plurime coltellate". In particolare, nel corso della colluttazione con Limido, si sarebbe posto a cavalcioni di Limido, che nel frattempo era caduto e si trovava disteso, inerme, "sferrandogli coltellate alla schiena e al collo, in particolare una coltellata penetrante al collo".

Nell'udienza di convalida dell'arresto, davanti al gip Alessandro Chionna, Manfrinati aveva sostenuto la tesi, che dopo avere ferito a coltellate la moglie separata Lavinia Limido, si era dovuto difendere dall'ex suocero, che era accorso brandendo una mazza da golf. Con questa aveva colpito l'auto di Manfrinati. Quando quest'ultimo era sceso aveva ricevuto un colpo alla schiena.

"Questi danni alle mani - aveva proseguito il quarantenne ex avvocato - me li ha fatti lui con la mazza da golf. Mi sono parato con le mani dalla mazza da golf. Stavo andando a piedi verso la questura e mi sono girato. Lui aveva in mano la mazza da golf e io gli do una coltellata al fianco. Lui cade in un cespuglio, cerca di rialzarsi, cerca di riprendere la mazza da golf caduta e lo colpisco col coltello al collo, due, tre volte ... Dopo che l'ho colpito al collo è caduto a terra. Se lui non mi avesse raggiunto con la mazza da golf, io non l'avrei colpito e adesso era ancora vivo". Manfrinati ha negato di avere investito Limido con la sua vettura.

In mattinata quasi mille persone hanno partecipato alla manifestazione per Lavinia Limido, sopravvissuta al massacro, e ancora ricoverata in terapia intensiva all'Ospedale di Circolo di Varese. Era presente anche Paola Bettoni, madre di Lidia Macchi, la studentessa di Casbeno uccisa a coltellate nel gennaio del 1987. Un delitto rimasto impunito.