LORENZO CRESPI
Cronaca

La Fase 2 di Insubria: "Rette ed esami, vicini ai ragazzi"

L'ateneo non si è mai fermato tra emergenza e ripresa. Il rettore Tagliabue: "I laboratori primi a riaprire"

Angelo Tagliabue, rettore dell’Università dell’Insubria, nel suo ufficio

Varese, 14 maggio 2020 -   L’emergenza coronavirus ha cambiato profondamente la vita quotidiana di docenti e studenti universitari. La didattica di tipo tradizionale è stata sospesa alla fine di febbraio, per trasformarsi in smart learning. Ne abbiamo parlato col rettore dell’Università dell’Insubria Angelo Tagliabue.

Professore, come prosegue l’attività dell’ateneo? "Non ci siamo mai fermati: da quando è iniziata l’emergenza, il 24 febbraio, abbiamo fatto ricorso a tutte le competenze innovative dell’ateneo per fare fronte alla nuova situazione. Abbiamo prima messo in sicurezza le nostre sedi con sanificazioni, poi in tempi rapidissimi abbiamo consentito a docenti, studenti e personale di continuare tutte le loro attività da casa, in modo agile, con il supporto prezioso dei servizi informatici dell’università. Oggi oltre il 90% del personale è in smart working".

Come siete riusciti a garantire la continuità dell’attività didattica? "La didattica a distanza è possibile sulla piattaforma e-learning dell’ateneo, che già prima funzionava egregiamente e che è stata potenziata. Alcuni docenti nella prima fase dell’emergenza hanno registrato le loro lezioni da soli nelle aule vuote, poi quando il lockdown si è fatto ancora più serrato tutti si sono collegati da casa. La continuità didattica è stata resa possibile dall’impegno di tutti".

Oltre alle lezioni procedono a distanza anche esami e lauree? "Siamo stati tra i primi a laureare a distanza: tra marzo e aprile hanno discusso la tesi più di settecento studenti collegati da casa loro. Unica eccezione: la laurea degli infermieri, avvenuta in aula nel rispetto delle norme di sicurezza. Anche gli esami, sia orali che scritti, si svolgono online secondo nuove linee guida elaborate per l’emergenza".

La situazione sanitaria ha creato difficoltà economiche? "Molte famiglie sono in difficoltà, e la nostra risposta non è mancata. Abbiamo creato un fondo di emergenza Covid per supportare i nostri studenti, abbiamo innalzato la soglia della No Tax Area da 13mila a 20mila euro per tutti gli iscritti al 2020/2021, abbiamo sospeso il pagamento delle rette dei collegi da marzo per gli studenti che hanno lasciato temporaneamente le strutture, abbiamo rateizzato il contributo universitario e pagato in anticipo il saldo della borsa di studio regionale".

Quando si potrà ripartire invece con la didattica tradizionale? "È presto per dirlo, dipende dalla situazione sanitaria e dalle decisioni del Governo. Per ora, come tutti gli atenei lombardi, abbiamo prorogato la didattica a distanza fino a settembre, per consentire di avere un orizzonte più ampio di pianificazione di lezioni, lauree ed esami. Intanto ci stiamo organizzando per far ripartire alcune attività di laboratorio per piccoli gruppi di studenti".

In che modo si ripartirà? State studiando soluzioni per distanziare gli studenti nelle aule? "Se si potrà tornare in aula a settembre, sicuramente lo faremo in linea con le norme di sicurezza. Intanto siamo pronti a una didattica mista, in presenza o a distanza, e stiamo studiando formule innovative di inclusione degli studenti. Ma la sfida della ripartenza ci coinvolge non solo dal punto di vista operativo: è nostro dovere ora dare un contributo sia all’emergenza sanitaria, come stiamo facendo per esempio con la sperimentazione del test rapido salivare, sia alla necessità di costruire un nuovo futuro basato su modelli sociali tutti da scrivere".