Lavena Ponte Tresa (Varese), 22 luglio 2015 - Un tempo erano i cugini d’oltreconfine, leghisti contro Roma gli uni contro Berna gli altri, legati da un patto di vicinanza ideologica che si è cementato in oltre un ventennio di intese e di scambi reciproci di cortesie. Ma i tempi in cui Bossi sceglieva il Ticino anche per farsi curare e il leader della Lega dei ticinesi, il compianto Giuliano Bignasca, andava a trovarlo in clinica, sono ormai acqua passata. È di queste ore, infatti, la più accesa polemica mai vista prima tra le due Leghe, quella lombarda e quella ticinese, con un affondo pesantissimo da parte di Lorenzo Quadri, deputato leghista a Berna, assessore a Lugano, la roccaforte del partito, e pure direttore del Mattino della domenica, l’organo ufficiale del partito. Oggetto della disputa, manco a dirlo, gli oltre 60mila frontalieri italiani, quasi tutti lombardi, da sempre nel mirino delle destre populiste ticinesi.
A Quadri non sono piaciute le esternazioni fatte dal presidente della Regione, il varesino Roberto Maroni, affidate ai microfoni di Telelombardia: «I frontalieri sono 60.000 lavoratori lombardi che non possono subire l’umiliazione quotidiana di essere considerati come clandestini appena varcano il confine. Io voglio che fra Lombardia e Canton Ticino ci sia un rapporto di buon vicinato. Ho già incontrato il presidente della Repubblica del Canton Ticino e torneremo a vederci. Stiamo lavorando per trovare una soluzione» ha detto il governatore prendendosela primariamente con l’obbligo, recente, introdotto dai ticinesi, che obbliga i frontalieri a presentare un certificato penale generale del casellario giudiziale. Nelle scorse settimane aveva attaccato invece Norman Gobbi, un altro big dei leghisti ticinesi: «Frontalieri, non andate in Svizzera per un mese, vi pago io lo stipendio così gli elvetici vedranno cosa succede» aveva detto in tono provocatorio.
«Queste fregnacce cominciano a diventare imbarazzanti per gli stessi frontalieri - scrive Quadri sul proprio profilo Facebook - di cui il governatore della Lombardia si finge paladino per proprio tornaconto elettorale. E i cittadini italiani non frontalieri, fiscalmente discriminati nei confronti dei frontalieri, e questo da decenni e alla grande, dove li lasciamo? Sono cittadini di serie B? Delle due l’una: o Maroni finge di non capire la situazione del Ticino, e allora vuol dire che sta prendendo per i fondelli la gente, oppure proprio non la capisce, e allora non è leghista. O Maroni, ti scandalizzi perché un paese tenta di difendersi da un flusso migratorio assolutamente insostenibile? E pretendi di essere leghista? Ma va la».