ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Funghi velenosi a cena: morto anziano, la moglie in terapia intensiva. L’ipotesi: Amanita phalloides scambiata per prataiolo

Cassano Magnago, un 91enne è deceduto in ospedale a causa di un’intossicazione. La raccolta avvenuta vicino casa: era convinto di aver trovato una specie commestibile

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Il controllo funghi nelle sedi delle Ats

Cassano Magnago (Varese) – Non ce l’ha fatta Vito Cicoria, 91 anni, morto in ospedale, vittima di una grave intossicazione provocata dall’ingestione di funghi velenosi. Oggi i funerali nella chiesa di San Pietro. La moglie, 88 anni, resta ricoverata, ha superato la fase più acuta, è in terapia intensiva. I due coniugi sono stati portati in ospedale sabato: entrambi si erano sentiti male, un parente ha lanciato l’allarme, quindi l’immediato trasporto al pronto soccorso a Busto Arsizio. Nel frattempo si accertava che la coppia aveva ingerito la sera prima dei funghi, raccolti dal marito, a poca distanza dall’abitazione, convinto fossero prataioli commestibili, spuntati dopo la pioggia. Probabilmente per il 91enne era stata una piacevole sorpresa raccogliere quei funghi da far cucinare alla moglie, purtroppo la cena di venerdì sera ha avuto un esito drammatico.

Sembra sia colpa dell’Amanita phalloides, specie velenosissima: l’intossicazione non ha lasciato scampo al cassanese, che ne avrebbe mangiata una discreta quantità, a differenza della moglie che ieri mattina è uscita dalla fase più acuta dell’avvelenamento, rimanendo però sotto osservazione in terapia intensiva, stabili le sue condizioni. All’inizio della stagione per la raccolta, con l’arrivo dell’autunno, Ats Insubria ha attivato come ogni anno gli sportelli micologici per la verifica della commestibilità dei funghi, sportelli aperti fino al 30 novembre, quindi il consiglio degli esperti «sempre meglio sottoporre al controllo il raccolto». In caso di sospetta intossicazione, spiegano da Ats «risulta fondamentale rivolgersi tempestivamente a un pronto soccorso portando, se disponibili, i residui dei funghi consumati (crudi o cotti) in contenitori rigidi, per garantire la massima tempestività e adeguatezza delle cure con il supporto del servizio micologico».