VALENTINA RIGANO
Cronaca

Lo strano giro delle pompe funebri e quelle bare spostate senza regole

Gallarate, un esposto in Procura fa emergere diverse stranezze

L’ingresso della camera mortuaria di Gallarate

L’ingresso della camera mortuaria di Gallarate

Gallarate (Varese), 1 giugno 2017 - Un ultimo saluto negato ha scoperchiato, nel Gallaratese, un sistema di presunti illeciti nella gestione dei funerali da parte di almeno due società. L’intricata vicenda ha avuto inizio sul finire del marzo scorso, quando un quarantenne, insospettito dallo spostamento in anticipo della bara dell’amico, ha segnalato l’accaduto a un’associazione che si occupa di richiedere documenti in Comune per i cittadini e a un’agenzia di investigazioni private. Poi, qualche giorno fa, ha presentato un esposto in Procura perché venga fatta luce sulla faccenda.

Secondo i primi riscontri emersi, il mezzo utilizzato per trasportare la salma riportava il logo di una neo costituitasi agenzia di affari (il cui direttore tecnico, secondo le verifiche effettuate, non avrebbe i requisiti per l’avvio attività) che non potrebbe, per legge, effettuare il trasporto salme. Il furgone, inoltre, risulterebbe di proprietà di un’agenzia di pompe funebri che non è quella che ufficialmente ha in essere un contratto di appalto con l’agenzia di affari. Richiesta la documentazione relativa al verbale per la chiusura della bara, di norma effettuata dalla polizia locale, associazione e agenzia investigativa si sarebbero sentite rispondere dalla polizia mortuaria che il suddetto verbale era probabilmente andato smarrito, a causa delle dimissioni depositate dall’agente incaricato, il giorno successivo il funerale del sessantenne. I poliziotti privati, inoltre, avrebbero accertato almeno altri dieci casi di funerali organizzati secondo medesimo copione. Personale spesso “non necroforo” che maneggia i feretri in barba ai regolamenti di sicurezza e sanità, dipendente di un’agenzia di pompe funebri irregolare, che non avrebbe alcun contratto ufficiale in essere con l’agenzia di affari di cui apponeva il logo sui propri mezzi. Sarà ora la magistratura a decidere se aprire o meno un fascicolo sulla vicenda, anche per comprendere il ruolo giocato dall’agenzia funebre che, di fatto, avrebbe invece in carico l’appalto con la società di affari.